Dopo il via libera ai “Tremonti bond” la firma del Ministro dell’Economia del decreto attuativo – facciamo il punto sui benefici per le aziende di questa nuova misura anti-crisi per banche e Pmi introdotta dal dl 185/08.
Nel rispetto delle regole comunitarie in tema di aiuti di Stato, il Tesoro potrà sottoscrivere obbligazioni subordinate emesse dalle banche quotate (con tassi tra il 7,5 e l’8,5%), con l’obiettivo di rafforzarne il capitale.
Dal canto loro, per poter beneficiare di questo supporto le banche dovranno impegnarsi a sostenere le imprese, in modo particolare le Pmi (con finanziamenti), e i lavoratori disoccupati e cassaintegrati (con il blocco dei mutui per almeno un anno).
Inoltre, secondo i criteri di acauisto dei Tremonti bond vi è la clausola che prevede per le banche di stipulare accordi con le imprese , per definire l’anticipazione dei fondi necessari a pagare la cassa integrazione.
Tremonti considera i bond uno strumento per garantire credito alle Pmi, coprendo le banche nel finanziarle per poterne mantenere viva la produttività.
Se i detrattori dell’iniziativa parlano dell’ennesimo aiuto alle banche, i sostenitori parlano di un “prestito” (piuttosto che di finanziamento) che la banca potrà utilizzare solo per consolidare la propria patrimonializzazione, senza essere investito liberamente: in questo modo il vantaggio finbale sarà la maggiore concessione di prestiti alle Pmi.
Certo, non è chiaro quale saranno poi le condizioni di finanziamento che le banche proporranno alle piccole e medie imprese, considerando che la cedola da pgare al tesoro è piuttosto alta.
Si resta in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto contenente il regolamento attuativo dei bond.