Non solo bossing: le ripercussioni sulla produttività del dipendente di un ambiente di lavoro ostile possono sfociare in concreti disturbi per la salute. Soprattutto quando arroganza e prepotenza vengono dalla “voce del padrone”.
Un capo irascibile innalzerebbe addirittura il rischio d’infarto tra i suoi dipendenti, secondo uno studio del Karolinska Institute e dell’Università di Stoccolma. E non è difficile crederlo.
Le conseguenze negative – non solo sulla qualità del lavoro ma anche propria sulla salute fisica – si intensificano se il capufficio non è neanche così capace. E qui l’aspetto interessante: sarebbe la rabbia per l’ingiustizia subita la vera causa scatenante del rischio infarto.
La mancanza di gratificazione ha perciò il potere di scatenare stress e disturbi cardiaci in misura maggiore rispetto ai colleghi soddisfatti del proprio ambiente di lavoro e del rapporto con il proprio superiore: ben il 25% in più.
Una percentuale che schizza al 65% se l’esposizione ad un capo incapace e arrogante si protrare per almeno quattro anni. Questi i dati del monitoraggio del campione di lavoratori coinvolti per alcuni anni nello studio.
Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio – pubblicato sulla rivista scientifica Occupational and Environmental Medicine – lo scenario sarebbe ancor più complesso: la frustrazione per le prepotenze subite innalzerebbe il rischio di cadere in tentazione di vizi come alcol e fumo, che a loro volta possono aumentare il rischio di infarto e disturbi cardiocircolatori.
In poche parole, un circolo vizioso che comincia paradossalmente con il proprosito di incrementare la produttività dei propri lavoratori ma che finisce per ritorcersi contro gli stessi senior manager, non solo responsabili di stress e frustrazione dilagante nel proprio team, ma addirittura a rischio denuncia per bossing o malattia professionale!