Diffusi gli ultimi dati ISTAT su “Ricerca e Sviluppo in Italia“. Le rilevazioni riguardano imprese pubbliche, private e no profit.
Completano il quadro analitico sulle attività di R&S nel Paese anche i numeri sulla ricerca accademica, basata sui dati del Miur.
Per quanto le cifre si riferiscano al 2006, i volumi di investimento per attività di ricerca e sviluppo interne all’azienda privata evidenziano un trend positivo: +4,5% rispetto all’anno precedente, con una forte incidenza rispetto alla spesa complessiva in Italia (16.835 milioni di euro), a sua volta in aumento annuo del 6,1% in termini reali.
Anche per il 2007 e il 2008, le stime ISTAT indicano tendenze al rialzo in quanto a investimenti: +5,4% nel 2007 e +6,3% per l’anno in corso.
Infine, anche l’impatto sul PIL risulta con segno positivo (1,14%) anche se i dati andrebbero ora rapportati all’evoluzione di scenario economico che sta attraversando l’economia italiana e mondiale. Di certo, analisti ed esperti di settore guardano tutti agli investimenti in ricerca applicata (soprattutto IT) come ad un motore di crescita per l’industria.
Oltre alla rivalutazione del panorama in virtù della crisi finanziaria che potrebbe influire sulle pianificazioni future, un ulteriore filtro per la lettura dei dati è la statalizzazione di alcuni importanti istituti di ricerca e il passaggio al No profit di società pubbliche del settore: di fatto, le attività di R&S senza scopo di lucro rappresentano il 3,7% della spesa nazionale.