L’Italia si conferma il primo Paese in Europa a disporre di uno strumento codificato pubblico/privato per la valutazione economica di brevetti innovativi, passibili di finanziamento, accesso agevolato al credito e al capitale di rischio.
La firma, ieri, del protocollo d’intesa fra Ministero dello Sviluppo Economico con Confindustria, ABI (Associazione Bancaria Italiana) e CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) sulla valutazione economica dei brevetti, sancisce infatti un nuovo passo in direzione di un supporto sistematico di risorse private alle imprese che scommettono sull’innovazione brevettata.
In base all’accordo, si utilizzeranno delle metodologie comuni (istituzioni, ricerca, sistema bancario, imprese) per stimare il valore del brevetto, ancora prima del suo utilizzo. Questo, al fine di valutarne le potenzialità e garantirne i risultati, a “tutela” di finanziamenti non solo pubblici, quindi, ma anche privati.
Il ricorso a metodologie comuni vuole, in estrema sintesi, consolidare un sistema di innovazione tutto italiano, motore dello sviluppo in termini di risorse e finanziamenti da un lato, leva della competività grazie a brevetti di comprovato valore dall’altra.
Il panorama italiano è già molto dinamico in questo senso: come ha sottolineato il Ministro Scajola a margine della presentazione del Protocollo, nel 2007 il valore del nostro mercato dell’innovazione ha raggiunto il miliardo di euro.