Inutile negarlo: la riduzione delle risorse economiche delle aziende, oltre a produrre una contrazione negli investimenti futuri, potrebbe minacciare seriamente l’asset del personale, con dei forti ridimensionamenti soprattutto nelle Pmi.
In particolare, sembra che i rischi maggiori li corra la forza lavoro che le aziende hanno reclutato al fine di sviluppare progetti IT o per vigilare e gestire le infrastrutture informatiche, destinata a “capitolare” a causa del necessario taglio sui costi.
Questo emerge dai risultati di due indagini Goldman Sachs, per le quali sono stati intervistati 100 manager (principalmente di livello Chief Information Officer) di aziende note e discretamente solide.
La sensazione è che già dal prossimo anno – nonostante l’esigenza evidente di personale specializzato – i lavoratori IT potranno subire dei provvedimenti mirati alla riduzione del personale.
A questo punto entrano naturalmente in gioco gli aspetti relativi alla tipologia di contratto sottoscritto: le preoccupazioni maggiori toccano i lavoratori IT esterni a contratto, soprattutto se “assoldati” per lo sviluppo di applicazioni ad hoc, o impiegati nella gestione e monitoraggio dei sistemi. Quasi la metà dei manager dichiara infatti che nel prossimo anno rinunceranno almeno ad alcuni di questi lavoratori.
Sorte analoga per i lavoratori provenienti da agenzie interinali: il 30% dichiara dei CEO ha dichiarato di poterne fare a meno.
Meno oscura la situazione per i dipendenti interni, per i quali solo il 10% degli intervistati ha dichiarato a rischio.
In ogni caso, non si risparmierà solo sul personale, ma anche sull’infrastruttura. La metà dei manager è convinta che la propria azienda non investirà nell’acquisto di nuovi server o nella sostituzione di quelli esistenti, nè tanto meno nella distribuzione o aggiornamento dei computer ai dipendenti.
Tutti gli sforzi verranno invece concentrati in tutto ciò che può ottimizzare l’utilizzazione delle macchine server, con un occhio di riguardo alla virtualizzazione.