Il Censis ha presentato nei giorni scorsi il suo rapporto sull’utilizzo dei finanziamenti tematici comunitari 2002-2006 in Italia. Buoni i risultati per quanto concerne i programmi sociali e l’informazione, ma decisamente negativa la situazione legata alle attività dedicate alle piccole e medie imprese, ponendoci all’ultimo posto della classifica.
Il rapporto – commissionato dal Dipartimento per le Politiche Comunitarie – prende in considerazione i programmi raccolti intorno a cinque ambiti di intervento: società dell’informazione, energia e ambiente, strumenti di riduzione delle disparità, imprese e cooperazione internazionale e aiuti allo sviluppo.
Confortante la partecipazione italiana ai programmi europei dell’area Società dell’informazione, con 1.478 progetti che prevedono la partecipazione di almeno un partner italiano come capofila o come partner, per un finanziamento totale superiore agli 866 milioni di euro. Il 9,8% dei progetti finanziati risultano quindi essere “italiani”.
In tema di energia e ambiente, grazie al 6° Programma Quadro 2002-2006 “Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi”, l’Italia è riuscita a raccogliere 212 milioni di euro, collocandosi così al quinto posto tra i paesi europei, con però un tasso di successo che si aggira attorno al 26%, decisamente più basso della media europea.
Punto debole si sono rivelate invece le attività specifiche per le Pmi, ambito nel quale l’Unione ha finanziato (per 430 milioni di euro su di un budget complessivo di 17,5 miliardi) solamente il 13,1% delle domande di finanziamento presentate, ponendoci così all’ultimo posto dopo pesi come Malta, Lettonia, Estonia e Lituania.
I progetti di ricerca erano volti al miglioramento dei prodotti e dei processi produttivi e a stimolare le imprese ad attivare percorsi di innovazione attraverso partnership. Pure il tasso di successo finanziario è stato dell’11,8%, piuttosto basso rispetto alla media generale e inferiore a quanto totalizzato da paesi come Gran Bretagna, Irlanda e Olanda.