La forte presenza di piccole e medie imprese nel sistema produttivo italiano e l’introduzione della nuova normativa di misurazione e gestione del rischio – dovuta a Basilea 2 – hanno portato la direzione scientifica dell’Università Cattolica di Milano a condurre una ricerca sugli atteggiamenti e i comportamenti delle Pmi nei confronti delle banche.
Lo studio ha esplorato l’impatto della nuova normativa con lo scopo di analizzare come alcune variabili qualitative intervengano nel rapporto tra piccoli operatori economici e istituti di credito.
Tra i vari aspetti si è indagato sulle modalità con le quali le imprese sono state informate sulle nuove regole di Basilea 2 e sulla valutazione dell’efficacia di tali modalità.
È emerso che le banche sono la fonte informativa primaria per le Pmi, ma si dovrebbe operare per ottenere valutazioni migliori dalle imprese, collaborando in sinergica con queste.
Riguardo al livello di consapevolezza delle imprese sui criteri adottati dalle banche e sulle variabili aziendali si è rilevata la forte esigenza da parte delle Pmi di una maggiore informativa.
L’indagine ha anche evidenziato una certa cautela da parte degli imprenditori verso le operazioni di ricapitalizzazione e ristrutturazione del debito: il 50% circa delle imprese avverte sintomi di cambiamento nel rapporto con le banche, ma meno del 30% ha attuato azioni in tal riguardo.
Secondo lo studio, le Pmi ritengono che le banche trascurino le informazioni di tipo qualitativo, di cui l’analisi statistica dei dati conferma la rilevanza, mentre il 58% delle imprese non sarebbe a conoscenza dei sistemi di informazione creditizia (SIC).
Si è rilevata inoltre una soddisfazione generale nei riguardi degli intermediari finanziari sull’ammontare del credito accordato, ma si vorrebbero forme tecniche di finanziamento personalizzate.
L’indagine, infine, ha mostrato che, pur di ottenere credito le imprese sarebbero disposte a fornire maggiori informazioni alle banche.