Sul tema del lavoro part time, i dirigenti italiani si rivelano in controtendenza rispetto ai loro colleghi degli altri Paesi industrializzati.
Una recente ricerca condotta da Robert Half Executive Search su 2.400 manager di tutto il mondo ha evidenziato un sostanziale disaccordo dei 100 italiani intervistati. La media internazionale segnala infatti una generale consenso in merito alla produttività dei lavoratori part time: per il 58% il numero di ore lavorative risulterebbe ininfluente, mentre solo il 29% ritiene che i lavoratori full time siano più produttivi. I manager italiani, invece, la pensano diversamente: per il 50% di loro il lavoro a tempo pieno è un fattore direttamente proporzionale alla produttività, nonostante un buon 46% consideri altrettanto efficace il part time. Si evince dunque come la cultura del lavoro a tempo ridotto sia ancora lontana dall’affermarsi pienamente nel nostro Paese, a fronte di una sua radicata diffusione nelle altre Nazioni avanzate. Il dato è confermato dalla percentuale doppia dei manager che indicano i lavoratori part time addirittura più produttivi di quelli full time: la media internazionale si attesta sull’8%, mentre in Italia si ferma al 4%.
L’indagine ha riguardato anche i diversi livelli di produttività durante l’arco della giornata. Ben 85 manager su 100 sono convinti che il massimo rendimento si ottenga nella fascia che va dalle 8 alle 14, contro il 10% che indica il pomeriggio (14-17) come periodo più produttivo. Decisamente residuale la percentuale di manager che percepiscono più proficuo il lavoro serale, dopo le 17: appena il 4%.