Niente pareggio di bilancio 2013 in Italia secondo la Commissione Europea: la crescita economica risulta ancora lontana per la Ue, che rivede al ribasso le stime autunnali portando il rapporto tra deficit e PIL per il 2013 impantanato all’1,2%.
Il governo si difende sostenendo che Bruxelles non ha tenuto conto dei proventi attesi dalla lotta all’evasione fiscale e indirizzari all’azzeramento del deficit, ma la Ue ha chiesto chiarimenti sui piani specifici di crescita economica.
Per voce del Commissario Ue agli affari economici Olli Rehn sono stati dunque chiesti al Governo italiano tempi certi per l’attuazione delle riforme presentate di fronte alla Commissione e, allo scopo, è anche stata inviata in questi giorni a Roma una missione congiunta di funzionari Ue/BCE alla quale l’Italia dovrà fornire chiarimenti e tempi di attuazione.
All’Ue non bastano più le vaghe indicazioni fornite da Berlusconi a fine ottobre: servono piani dettagliati che definiscano come verrà redistribuito il peso fiscale del lavoro al consumo e in più la lettera di Berlusconi alla Ue «non va lontano abbastanza riguardo alle misure per accrescere la concorrenza, né sulla riforma delle pensioni».
In particolare Rehn pone l’accento sulla necessità di rivedere la tassazione degli immobilie l’aumento dell’aliquota IVA, andando ad agire in particolare su alcuni settori particolarmente privilegiati in tal senso.
La Commissione ha ridotto il progresso del PIL italiano a 0,5% e per il 2012 i tagli alle stime sono state ancora più evidenti: nonostante le annunciate misure per la crescita economica in Italia, secondo l’Ue rimarrà fermo a +0,1%, nettamente inferiore all’1,3% previsto a inizio 2011.