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Come aprire uno studio di dottore commercialista

di Nicola Santangelo

Pubblicato 20 Luglio 2017
Aggiornato 11 Agosto 2017 18:00

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Commercialisti, come avviare uno studio: requisiti, procedure, costi, strategie.

Avviare uno studio di dottore commercialista non è facile, a causa degli alti costi iniziali e della difficoltà nel reperire i primi clienti. Secondo una stima Confprofessioni, per mettersi in proprio servono tra i 30.000 e i 70.000 euro. Eventualmente è possibile fare affidamento a numerose banche che erogano finanziamenti prevalentemente ai professionisti. Aprire uno studio commercialista è comunque un ottimo investimento, soprattutto se ci si aggrega dividendo le spese.

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Il dottore commercialista è un professionista in grado di offrire servizi essenziali alle imprese. Esperto delle gestioni patrimoniali in materia fiscale, tributaria e giuridica, amministra e liquida aziende, patrimoni o singoli beni, offre consulenza giuridica e commerciale, verifica bilanci, conti, scritture e ogni documento contabile dell’azienda. Infine, può essere nominato sindaco e revisore di bilancio nelle società in cui è previsto il controllo legale dei conti.

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Requisiti

Le professioni di dottore commercialista sono regolate dal decreto legislativo n. 139 del 28 giugno 2005 che ne delinea l’ordinamento dopo l’unificazione dell’Albo dei dottori commercialisti con quello dei ragionieri e periti commerciali. Per esercitare occorre la laurea quinquennale di secondo livello (in Scienza dell’Economia, in Scienze economico-aziendali o in Economia e Commercio), un tirocinio di tre anni presso un dottore commercialista iscritto all’Albo (che rilascerà il Certificato di compimento del tirocinio) e il superamento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione, con cui fare domanda di iscrizione all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. L’esercizio della professione è incompatibile con la professione di: notaio; giornalista professionista; attività d’impresa (sia in nome proprio che per conto altrui) di produzione di beni e servizi, di trasporto e spedizioni, bancarie, assicurative e agricole; mediatore; appaltatore di servizi pubblici; concessionario della riscossione dei tributi; promotore finanziario.

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Avvio studio

Per avviare uno studio di dottore commercialista è bene acquisire ogni informazione possibile. Enti locali, Comuni, Province e Regioni potranno fornire informazioni utili. Occorre innanzitutto:

  • richiesta di attribuzione della Partita IVA;
  • iscrizione INAIL per l’assicurazione obbligatoria contro infortuni sul lavoro e malattie professionali;
  • iscrizione Cassa Nazionale di Previdenza dei dottori commercialisti per la gestione di contributi e prestazioni previdenziali.

Contributi previdenziali

Il dottore commercialista è tenuto a versare i contributi previdenziali alla Cassa di previdenza dei liberi professionisti in rapporto di lavoro non dipendente (Cassa Nazionale di Previdenza dei dottori commercialisti). Questa è una delle spese più rilevanti per chi esercita in regime di libera professione: per il giovane dottore commercialista è prevista una spesa mediamente di circa 4.000 euro annui.

Dove localizzare lo studio

Fra i costi fissi che il professionista deve sostenere e che incidono molto nell’avvio di un’attività autonoma professionale vi è il fitto passivo dello studio, si va dai 160 euro al metro quadro di un ufficio nel centro di Palermo ai 400 euro al metro quadro di Milano. Per questo è importante individuare bene dove localizzare lo studio, trovando un giusto compromesso tra costi e location. Non è necessario che lo studio sia nel centro della città. È importante, invece, che sia in una zona accessibile, servita dai mezzi pubblici o in prossimità di un parcheggio. Accanto al fitto passivo dei locali il professionista dovrà tenere conto di arredi, manutenzioni, pulizie e utenze.

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I software per il commercialista

A incidere sui costi di avviamento di uno studio di dottore commercialista sono anche agli strumenti informatici e l’accesso ai database normativi. Massima attenzione deve essere data al software gestionale poiché è grazie ad esso che si sviluppa tutta l’attività del commercialista: dalla scelta del gestionale dipende la qualità del servizio e, di conseguenza, la soddisfazione del clientela (con buon successo dell’attività). Il professionista dovrà affrontare una spesa iniziale per l’acquisto del software nonché stipulare un contratto di manutenzione e aggiornamento periodico per le novità fiscali. Il software ideale permette alle imprese di accedere online ai propri documenti: scadenze, fatture, bilanci, dichiarazioni dei redditi e così via.

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Come procacciarsi i clienti

Non aspettate che siano i clienti a cercarvi! Andate in giro e presentatevi alle aziende, proponete il vostro servizio e mostrate la vostra professionalità e le qualità che vi contraddistinguono. Parlate direttamente con gli imprenditori e appuntatevi nomi e numeri di telefono consegnando un vostro biglietto da visita. Cominciate dalla vostra città per proseguire con i paesi limitrofi. Nel frattempo aprite un sito Web e una posta elettronica personalizzata in modo da avere anche una visibilità globale.

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Dopo qualche mese telefonate agli imprenditori che vi hanno lasciano un margine di trattabilità. Fate riferimento al vecchio appuntamento e chiedetene uno nuovo: all’inizio sarà scoraggiante per le tante risposte negative ma presto imparerete a rapportarvi con il cliente, a individuare le sue reali esigenze e a proporre il vostro servizio rappresentandolo quasi come una necessità per l’impresa. Siate disponibili e offrite qualche consiglio all’imprenditore che vi ascolta. Dimostratevi professionali e preparati. L’obiettivo è di strappare il cliente alla concorrenza.