Con “globalizzazione” si indicano una serie di fenomeni e processi (di natura economica, politica, sociale, etc.) che portano sia verso una maggiore interdipendenza tra diversi paesi del mondo, che alla creazione di una più fitta rete di relazioni internazionali.
Questo fenomeno, caratterizzato da una costante crescita di relazioni e scambi, di natura fisica o informativa, a diversi livelli e con implicazioni in molti campi, è stato osservato in modo organico a partire dalla fine del ventesimo secolo. In via orientativa, possiamo indicare gli anni ottanta come il periodo in cui, grazie ai forti sviluppi delle comunicazioni e dei mezzi di trasporto, nascono i presupposti, per un sempre più rapido, sviluppo di un mondo orientato all’ampliamento delle interazioni su scala planetaria.
Siamo particolarmente interessati al significato e alle implicazioni della globalizzazione in campo economico, soffermiamoci quindi sulle implicazioni che la crescente integrazione e interdipendenza dei paesi ha in vari settori del commercio e della realtà industriale italiana.
A questo proposito iniziamo col sottolineare come il concetto di globalizzazione indichi un sistema di comunicazione a due vie, un sistema di interscambio secondo una logica di sviluppo delle opportunità e non un sistema atto a sfruttare o minacciare determinate realtà economiche e sociali.
In particolare, alcuni studi hanno sottolineato come lo sviluppo delle relazioni con paesi esteri sia una molla per lo sviluppo delle reti infrastrutturali e dei sistemi economici interni, fenomeni in grado di bilanciare i contraccolpi negativi legati alle diversità legislative e alle disparità legate ai prezzi di produzione dei concorrenti esteri.
Per considerare le opportunità legate al fenomeno della globalizzazione è importante introdurre un concetto affine alla globalizzazione ovvero l’internazionalizzazione.
La relazione che lega il concetto dell’internazionalizzazione a quello della globalizzazione è da ricercarsi nella natura stessa dei due processi, difatti anche quando si parla di internazionalizzare un’attività si fa riferimento allo sviluppo di un sistema in grado di favorire gli scambi con l’estero cercando nuovi sbocchi per le attività di tipo commerciale, economiche e produttive.
Ci si riferisce, con maggiore precisione, all’insieme di attività, dalla realizzazione dei sistemi di programmazione ai piani di investimento, necessarie per acquisire o sviluppare quelle risorse e quelle capacità che rendono concreta la possibilità di operare sui mercati internazionali.
In effetti internazionalizzare il business può significare tante cose (delocalizzazione produttiva, apertura di uffici all’estero, accordi commerciali con partner esteri, etc.) e forse, oggi più che mai, la scelta di operare su mercati diversi da quello nazionale è fortemente legata alla capacità di “contestualizzarsi” in uno scenario più ampio.
Per far questo l’impresa nasce l’esigenza di aprirsi, in termini idee di risorse umane e capitali finanziari, mettendo in pratica precise scelte strategiche che permettano di:
- trovare nuovi canali commerciali,
- sviluppare o aderire a consorzi per l’esportazione,
- realizzare joint venture,
- sviluppare strategie di alleanza con partner esteri,
- accedere a nuove fonti di credito.
Per aiutare gli imprenditori a perseguire questi obiettivi sono stati sviluppati diversi strumenti (fiscali e operativi) che permettono da un lato di ridurre i rischi di natura economica e dall’altro aiutano le imprese a sviluppare una opportuna rete di contatti con le realtà di interesse.
A livello internazionale opera, ad esempio, il WTO (World Trade Organization), ovvero quella che in Italia chiamiamo l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), istituita il 1995, il cui scopo è supervisionare sugli accordi internazionali, relativi al commercio, tra gli stati membri.
L’obiettivo generale del WTO è quello di puntare alla riduzione delle barriere al commercio internazionale e di definire, attraverso la negoziazione di regole e norme, la morfologia dei mercati.
A livello europeo sono molteplici gli organi e che si impegnano a sviluppare una crescita organica dell’internazionalizzazione, in particolare l’Unione Europea mette a disposizione forme di finanziamento molto interessanti, tra quelli più notevoli spicca il programma Asia Invest II che ha come scopo la promozione della cooperazione economica tra le PMI dell’Ue e dei paesi asiatici.
Questo programma, grazie ad uno stanziamento di 41.000.000 di euro, si rivolge sia direttamente alle PMI, sia a soggetti tra cui le camere di commercio, le associazioni industriali, le agenzie per la promozione del commercio e degli investimenti e le associazioni professionali.
Sul fronte nazionale gli strumenti che lo stato mette a disposizione sono molteplici e fortemente differenziati sia per la natura e l’entità dell’agevolazione, sia per la natura dell’attività da agevolare. Ci sono ad esempio strumenti per:
- Finanziamento di programmi di penetrazione commerciale volti a costituire insediamenti all’estero;
- Finanziamento per le spese di partecipazione a gare internazionali;
- Finanziamento agevolato delle spese per la realizzazione di studi fattibilità per commesse in paesi esterni all’ UE;
- Agevolazioni per la realizzazione di studi di fattibilità connessi a esportazioni o investimenti all’estero;
- Finanziamento agevolato dei crediti all’esportazione;
- Fondi relativi a particolari aree geografiche (Balcani, Iraq, Africa, Cina, etc.)
Tra le leggi di maggiore interesse ricordiamo:
- legge 1.7.1970, n. 518 che disciplina il settore delle Camere di Commercio italiane all’estero e permette di utilizzare contributi finalizzati ad incentivare lo svolgimento di attività promozionali di rilievo nazionale e la realizzazione di progetti volti a favorire, in particolare, l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese,
- legge 21.2.1989, n. 83 per la concessione di contributi finanziari ai consorzi tra piccole e medie imprese, che consente di erogare contributi finanziari legati alle spese sostenute dai consorzi aventi come scopi esclusivi, “l’esportazione dei prodotti delle imprese consorziate e l’attività promozionale necessaria per realizzarla”,
- Il progetto mediterraneo per la prestazione di consulenze tecnico-economiche finalizzate ad identificare progetti di infrastrutturazione nei paesi esteri (Albania, Algeria, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Egitto, etc.),
- fondo unico per operazioni di venture capital: che dopo la legge finanziaria 26/12/2006 n. 296, raccoglie in un unico fondo l’importo complessivo di 228 milioni di Euro,
- D.Lgs 143/1998 per l’agevolazione dei crediti all’esportazione, in pratica si tratta di un contributo al pagamento degli interessi su finanziamenti concessi da banche italiane o estere riferiti a beni strumentali o servizi.
Gli strumenti che l’Unione Europea e lo Stato mettono a disposizione degli imprenditori costituiscono, quindi, una delle fonti più ricche ed interessanti per chi decide di intrapendere la via della internazionalizzazione, ma bisogna tener presente che gli interventi sono di natura molto diversa.
In Italia, ad esempio, con una legge del 1990 è stata istituita una società per azioni (SIMEST) come finanziaria di sviluppo e promozione delle imprese italiane all’estero.
La SIMEST, nata per promuovere il processo di internazionalizzazione ed assistere gli imprenditori nelle attività all’estero, è controllata dal Governo Italiano (con il 76% del pacchetto azionario), è partecipata da banche, associazioni imprenditoriali e di categoria e offre servizi e finanziamenti per chi vuole investire all’estero.
Un organo che svolge un’azione fondamentale per lo sviluppo del commercio estero è l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero che è un ente pubblico creato allo scopo di agevolare e promuovere i rapporti commerciali dell’Italia con l’estero. In particolare l’Istituto offre diversi di servizi, gratuiti e a pagamento, che spaziano da informazioni di base ad un sostegno alle strategie di penetrazione e consolidamento nei mercati internazionali (analisi di mercato, ricerca partner, promozione…).
Infine è giusto considerare in questa disamina il portale del Ministero del Commercio Internazionale che offre la possibilità di conoscere in maniera più approfondita strumenti e finanziamenti per lo sviluppo dell’internazionalizzazione.
È utile comunque sottolineare quanto detto nelle prime righe cioè che, ancor più degli strumenti di finanziamento agevolato, la strada per lo sviluppo aziendale, non solo nei processi di internazionalizzazione, passa attraverso una gestione oculata delle attività aziendali e non può prescindere da una buona pianificazione di medio/lungo termine.