Il “miliardario Twitter” perde sempre più l’alone di chat occasionale per assumere le caratteristiche di vero e proprio strumento di branding per le aziende, come confermano i risultati di una recente ricerca condotta presso la Penn State University.
Lo studio ha coinvolto circa mezzo milione di tweet alla ricerca di messaggi nei quali venivano espressamente menzionati i brand più famosi; ne è emerso che il 20% dei “cinguettii” su Twitter è orientato alla marca.
Gli utenti, dunque, oggi utilizzano molto i tweet per esprimere pareri sui prodotti commerciali – siano esse positive o negative – e per interagire con prodotti e servizi proposti delle aziende.
Altro che inutile chiacchiericcio quindi, come solo pochi mesi fa evidenziava uno studio alternativo condotto da Pear Analytics, secondo il quale il 40% del traffico di messaggi su Twitter sarebbe stato privo di particolare rilevanza.
Venti messaggi su cento, invece, contribuiscono a creare una ricca raccolta di informazioni sui marchi e su ciò che gli utenti pensano dei loro prodotti: si tratterebbe in gran parte di commenti positivi, in grado do orientare altri utenti sugli acquisti.
Con i suoi 6 milioni di utenti attivi, che dovrebbero divenire oltre 20 milioni entro fine anno, Twitter costituisce quindi una realtà sul Web che non può sicuramente passare inosservata, offrendo potenziali opportunità di profitto per aziende e attività commerciali, offrendo loro la possibilità di scommettere su forme di marketing altamente creative.