I cosiddetti social media e le PR online sono ormai al centro del dibattito, soprattutto con l’approssimarsi del 2009, considerato dagli addetti ai lavori come l’anno del boom dei media sociali anche in ambito business.
L’entusiasmo sembra diminuire, invece, quando si parla dei media e delle PR offline, quasi fossero ormai nel declino più totale.
In questo senso, interessante la provocazione dell’agenzia Liberate Media che, in un post ripreso anche dall’agenzia Reuters, invita a cambiare definitivamente prospettiva sollecitando agenzie di PR e clienti a non ragionare più in termini di PR online e social media o invece PR offline come fossero, rispettivamente, un futuro sfavillante e un passato destinato al tramonto.
In realtà i due mondi devono coesistere e si completano a vicenda perché, se è vero che sempre più agenzie tendono a ghettizzare le PR online in appositi dipartimenti tecnologici, di sicuro le campagne di advertising migliori, cioè quelle che danno maggiori risultati, sono quelle che integrano, in un unico processo di PR, strumenti off e online.
Forse questo punto di vista non sarà rivoluzionario, ma può essere utile ribadire che il lavoro di pubbliche relazioni è fatto da cervelli e persone e che online e offline indicano solo strumenti diversi per tendere allo stesso obiettivo: potenziare l’immagine del brand e vendere.