Basta pubblicità dall’alto, basta aziende che “consigliano” i propri prodotti alla clientela. Niente più marketing dall’alto verso il basso. È giunto il momento di parlare con i propri clienti e con i possibili acquirenti, per capire quali sono i loro veri bisogni e desideri.
Dialogare con i consumatori: è questo il principio dietro il “Conversational Marketing”, nuova forma pubblicitaria che sta prendendo piede negli ultimi mesi fra gli esperti del settore. Permettere alle persone di scegliere quali pubblicità visionare e – contemporaneamente – imparare dalle loro scelte.
Il tutto sfruttando la rete e i sistemi di social network: «Stiamo entrando nell’era delle comunità, e molti sono interessati nel costruire un’esperienza partecipativa con gli utenti» ha dichiarato un’esperta di conversational marketing nel corso del Conversational Marketing Summit, che si sta tenendo in questi giorni negli Stati Uniti.
Un confronto allargato, che non si limita ai soli editori di pagine web ma si allarga anche ai loro utenti, e che però ha ancora bisogno di prendere una forma definita. «Una conversazione a tre vie, in cui i pubblicitari si uniscono ai lettori e agli autori on-line, alla ricerca di principi appropriati con i quali regolare queste colloqui commerciali», secondo la guida dell’evento.
Ma alcuni analisti non sono d’accordo, e bollano questo tipo di strategia come uno strumento gratuito per svolgere ricerche di mercato: quale posto migliore della Rete e dei social network, con i milioni e milioni di utenti che li frequentano?