Alcuni recenti sondaggi sul rapporto social network e Pmi, condotti dalla società di e-commerce per la fornitura di articoli da ufficio Euroffice.it, hanno prodotto risultati interessanti: il 34% di chi lavora in azienda (20% donne e 14% uomini) si dichiara sempre connesso al proprio account per tenersi aggiornati in tempo reale sulle notifiche in bacheca dei propri contatti. Tuttavia, per restare al riparo da sguardi indiscreti (leggi “il capo”) si opta per la modalità offline. Il 17% ignora richieste di amicizia dal capo azienda o ufficio, proprio per non consentirgli di curiosare fra le proprie attività online; il 18% invece non discrimina nessuno, e adotta la politica dell’amicizia “facile”.
Sul 22% del campione incide il divieto – mediante limitazioni alla navigazione – all’utilizzo di Facebook, Twitter & C. motivato dalla necessità di non ostacolare la produttività.
Il Country Manager di Euroffice.it, Diego Vicamini, è però convinto che questo avvenga più che altro nelle imprese medio-grandi; nella piccola e media impresa c’è meno attenzione ai blocchi sui sistemi informativi e queste cose vengono lasciate di più alla coscienza del singolo: dai loro sondaggi mirati, infatti, emerge maggiore liberta d’accesso ai social network. Il 29% del totale (di cui 19% donne) utilizza i social network in modo aperto: chat online, stato attivo nella propria bacheca social e così via. Il 15% lo fa più con più discrezione e resta o si limita alla pausa pranzo.
Il motivo del reale utilizzo dei social network da parte dei dipendenti però non è mai dichiarato apertamente, e si può solo supporre che sia il modo personale per sostituire la pausa caffè e non perdersi nulla del mondo esterno. In pratica, i social network prevalgono meno come strumento di lavoro piuttosto che di svago.
Secondo Vicamini, però, reti sociali come Facebook, Linkedin o Twitter possono invece rivestire il ruolo di strumenti lavorativi: pubblicità, vendita e brand awareness.
Per i reparti commerciali, soprattutto, sono utilizzabili come piattaforme di contatto di nuovi potenziali clienti. Per gli operatori marketing, poi, sono veri e propri canali di comunicazione per valori chiave quali identità aziendale e posizionamento. Per il servizio assistenza possono invece essere veicoli di interazione rapida con gli utenti partecipando a conversazioni inerenti la propria azienda. Infine, per le risorse umane rappresentano la formalizzazione del fenomeno della “conoscenza personale” attorno a cui ruota la maggior parte dei movimenti di lavoro in Italia.
I social network rappresentano un’opportunità di dialogo con i consumatori: partecipando a discussioni e interagendo in primis su Facebook e Twitter (le piattaforme più diffuse e user-friendly): come ricorda Vicamini, bisogna però fare attenzione a non invadere lo spazio privato dei propri clienti, mirando contemporaneamente a garantire una comunicazione efficace, come sta provando a fare su quewsti due canali la stessa Euroffice.it.
Quali sono dunque i social network più adatti alle Pmi?
Per Vicamini, prima di tutto Facebook, ideale per comunicare la propria identità aziendale, soprattutto se il target sono i consumatori finali: è facile comunicare la mission, illustrare correttamente i prodotti venduti e fornire le informazioni più interessanti. Emerge dai sondaggi anche la scelta dei social media per comunicare le offerte del giorno o rispondere in maniera veloce ai problemi dei clienti.
Twitter invece è più immediato ed è quindi ideale per stimolare o partecipare a conversazioni con gli utenti, oppure comunicare notizie veloci, linkare ad articoli interessanti riguardo ad argomenti di interesse dell’azienda e fare promozione a concorsi e offerte giornaliere, anche se in Italia è davvero sottostimato e quindi poco usato.
LinkedIn, è ideale per chi lavora in ambito recruiting poiché rappresenta un’enorme banca dati da cui estrarre i migliori profili ed entrarvi in contatto in pochi istanti. Inoltre rappresenta un ‘ ottima alternativa di branding per le società BtoB, data la prevalenza di utenza aziendale nella sua base di iscritti.
Ognuno ha dunque la possibilità di scegliere il network più adatto alle proprie esigenze, anche se i fatti assegnano a Facebook il primato di utilizzo a vario titolo e infatti non è un caso che Zuckerberg sia appena stato incoronato uomo dell’anno!