Il successo di un’azienda è determinato prevalentemente dalle decisioni del management e dall’impegno profuso dai dipendenti per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Senza la predisposizione di accurate tecniche di sviluppo e marketing o senza investimenti nelle risorse umane – ovvero senza la programmazione di un piano incentivi volto al raggiungimento degli obiettivi – si potranno avere soltanto risultati parziali e comunque non coerenti con le attese.
Prendiamo ad esempio Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo e uno dei più grandi alleati della cosiddetta economia immateriale ossia quel tipo di economia riconducile a prodotti impalpabili dell’ingegno umano che ha visto nell’ultimo mezzo secolo un’espansione sempre maggiore grazie a Internet.
Il core business del motore di ricerca, che detiene una quota del 70% sul mercato mondiale e del 90% solo in Italia, è anche la vendita di parole chiave ai siti Web, per essere meglio raggiunti dai potenziali clienti. Ma il trionfo di Google è certamente stato sostenuto dal prezioso contributo proveniente dalle strategie di marketing, oltre che di analytics. Grazie al suo potente algoritmo è in grado di misurare in tempo reale, sulla base delle ricerche effettuate dai propri utenti, l’andamento della domanda di qualsiasi settore, tendenze e umori, appeal di un determinato prodotto. Il Google Price Index, addirittura, misura in real time l’andamento dei prezzi scambiati sul Web.
Analizzando le keyword individua le reali esigenze dei consumatori, in pratica, è in grado di “cucire” strategie su misura. Modello d’impresa vincente, quindi, con strumenti IT che le comuni Pmi non hanno di certo. Eppure, qualche strategia è possibile copiarla, soprattutto in ambito marketing e comunicazione. Caratteristica di Google, infatti, è anche saper investire nel capitale umano.
Premiata più di una volta come l’azienda ideale in cui lavorare, mette il proprio personale nella condizione di produrre il massimo: dalla destinazione di locali destinati al relax fisico e mentale a stimolanti premi di produttività.
È cosa nota che l’intero personale di Google abbia ricevuto nelle scorse settimane tre grossi incentivi: un assegno di mille dollari, un aumento di stipendio del 10%, un buono vacanza. E per i manager l’aumento in busta paga è del 30%. Non male…
In questo modo il più grande motore di ricerca lusinga i propri dipendenti scongiurando l’esodo verso altre società concorrenti, dovendo combattere contro società in forte crescita come Facebook e Twitter. Quel che sembra una mossa di debolezza, alla fine si traduce in un messaggio di forza: qui si sta meglio, le risorse non mancano certo, siamo e vogliamo restare il numero uno.
Considerando che i premi produttività e le strategie di valorizzazione del capitale umano sono universalmente riconosciuti come leva della produttività, allora perchè non imitare Google.
Ancor più che si considera che la legislazione prevede in Italia sgravi fiscali per le diverse forme di incentivazione alla produzione e che sul mercato proliferano le soluzioni per l’incentivazione del personale – tutti con agevolazioni fiscali notevoli – tramite servizi personalizzati, voucher, buoni, card regalo, ticket restaurant. E chi più ne ha più metta!