Per le PMI investire nei Social Media senza un progetto preciso può essere controproducente, anche in termini di ROI. L’argomento va affrontato focalizzandosi sulle metriche di valutazione, gli strumenti di misurazione delle campagne social e la definizione degli obiettivi, il primo dei quali è senza dubbio aumentare il passaparola digitale, sistema infallibile per fidelizzare il cliente: un aumento delle interazioni sul sito aziendale conta più di un aumento dei follower, inutili se non generano attività di discussione e partecipazione.
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La viralità del canale social è il motivo per cui non improvvisare mai attività aziendali su piattaforma web 2.0: si potrebbe non essere pronti alle conseguenze in tempo reale. Un’azienda che opera come fornitore di servizi, ad esempio, se si mette in Rete con un’attività social deve garantire tempi rapidi e risposte pertinenti agli utenti/clienti che gli si rivolgono sulla piattaforma.
Per marchi già consolidati, lanciare progetti 2.0 può essere un modo per “socializzare il brand”, migliorare la reputazione dell’azienda, contenere gli eventuali costi di customer care e soprattutto comprendere meglio preferenze e opinioni della clientela. Non va tralasciata neanche la semantica del Web, il linguaggio di riferimento dei clienti, tutte direttrici di una strategia di comunicazione profilata e segmentata in modo naturale e immediato: la piattaforma social permette una identificazione del cliente talmente dettagliata da comportare messaggi promozionali quasi personalizzati.
E le vendite? In generale, il ROI di un’attività social non si non si raggiunge nel breve termine, né si misura direttamente con l’aumento delle vendite: per verificare il successo di una esposizione sui Social si deve essere pazienti. Tuttavia, per le aziende che commercializzano prodotti offerti su piattaforme di e-commerce, il ROI diventa misurabile anche con le vendite. Un esempio per tutti: con il servizio cloud pubblicizzato via social, Aruba ha registrato un ROI del 14%.
=>Social media ROI: una valutazione per le PMI
Le PMI che vogliono lanciarsi sui social deve per prima cosa imparare ad ascoltare i clienti prendendo familiarità con strumenti 2.0, e poi analizzare le strategie dei competitor nel proprio mercato di riferimento e definire i propri obiettivi.
A questo punto è quasi d’obbligo affidarsi ad un consulente, esterno o da inserire in organico, che pianificherà attività di social media marketing precise e misurabili. La fiducia in loro riposta non deve vacillare, ricordando che il ROI di questo investimento non è immediato: se il committment aziendale è basso, si rischia di interrompere troppo presto il progetto di comunicazione, vanificando gli sforzi e sprecando un’occasione, direttamente o indirettamente di business.