Il digitale offre sempre più strumenti che consentono a tutte le aziende, anche B2B, di sviluppare il proprio business in Italia e all’estero. Un tool interessante è Global Market Finder, che permette di analizzare il volume di traffico delle parole chiave di interesse nei mercati nazionali, nelle diverse lingue e con gli opportuni sinonimi.
Si tratta di un’interfaccia intelligente del più noto Keyword Search Tool, utile per verificare il traffico nazionale di una keyword e di quelle semanticamente affini.
Strumenti come questi o come Google Trends e Google Insights for search sono una grande opportunità per prendere coscienza di come il digitale richieda all’azienda una rivoluzione copernicana nella propria comunicazione: dalla descrizione del proprio prodotto alla verifica puntuale di come un possibile cliente descrive e cerca il prodotto stesso. Ed ecco perché occorre essere meno tecnici e gergali e più capaci di comprendere le esigenze informative e d’uso che l’utente può esprimere.
Questi tool aiutano ad individuare le parole più opportune per le quali “farsi trovare”: non termini generici con troppa concorrenza, ma parole specifiche che intercettino gli utenti ragionevolmente interessati a prendere contatto con l’azienda.
Che fare di queste parole chiave? Un blog o un sito con una pagina di approfondimento per ciascuna parola chiave scelta, nelle diverse lingue, per ottimizzarne la rilevanza agli occhi dei motori di ricerca.
Non si tratta di pagine nate per dare visibilità all’azienda ma per catturare utenti per indirizzarli all’obiettivo che si intende dare alla navigazione: download di un catalogo, compilazione di una richiesta di contatto, visione di un video dimostrazione. L’importante è che questo obiettivo venga configurato attraverso un software di web analytics per evidenziare eventuali criticità e comprendere l’interesse dell’utente.
Definire le parole chiave è necessario anche per altri scopi delle aziende B2B:
- creazione di un sito e-commerce;
- integrazione di prodotti e servizi in marketplace esterni come Pixmania Pro o Alibaba;
- presentazione dell’azienda su Slideshare e, come pagina, su Linkedin.
Oltre alle parole chiave, il sito può al suo interno attuare una politica social attraverso la creazione di community di utenti per avvicinarli, offrire servizi o rispondere alle domande, conoscerne gli interessi e permettere un più facile contatto con la rete commerciale. Si tratta di una sempre più utilizzata strategia di lead generation.
La stessa politica può ovviamente essere sviluppata anche su siti terzi o sui social media come Facebook dove realtà come Cisco offrono webinar e momenti di formazione ai propri clienti e partner e li coinvolgono in molti aspetti della vita aziendale.
Un passo avanti è poi rappresentato da quelle piattaforme con le quali l’azienda decide di coinvolgere gli utenti nella scelta di alcuni aspetti della propria produzione: casi avanzati sono Innocentive, lo strumento con il quale Procter and Gamble fa leva su una community di scienziati e ricercatori per ampliare la base di conoscenze e soluzioni a disposizione del proprio gruppo.
Resta infine l’uso degli strumenti pubblicitari e ancora una volta l’accorta analisi delle parole chiave insieme all’uso di applicazioni che abbiamo indicato sopra possono aiutarci a raggiungere efficacemente il nostro possibile target, ricordando che ogni investimento sul Web deve prevederne l’osservazione tramite un software di web analytics per seguirne i ritorni e i possibili miglioramenti.