La nostra realtà è ormai quasi interamente permeata dalle interazioni online. In quest’ottica, strumenti quali i Social Media sono diventati fondamentali per aziende, professionisti, ma anche per chi si occupa di politica, così come in molti altri settori. In particolare, è fondamentare effettuare il monitoraggio del cosiddetto “social sentiment”.
L’ascesa dei social ha fatto si che il sentiment acquisisse un ruolo preponderante. Si tratta infatti di un indicatore potentissimo, che ci fornisce preziose indicazioni sulle opinioni del pubblico.
Sorge quindi spontanea una domanda: sentiment sui Social Media può essere considerato più affidabile degli strumenti di analisi standard?
Cos’è il sentiment sui Social Media?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo innanzitutto chiarire il concetto di social sentiment. Con questo termine intendiamo l’atteggiamento che il pubblico mantiene sui Social Media nei confronti di brand e professionisti, ma anche di personaggi pubblici.
Tale atteggiamento si può manifestare mediante commenti, ma anche condividendo post e UGC dedicati al brand. La condivisione social, anche se non effettuata direttamente dal marchio, ma dal pubblico, ha un fortissimo impatto sulla reputazione del brand stesso.
Inoltre, il sentiment viene spesso utilizzato per reperire informazioni sul pubblico. Per questo, al pari dei sondaggi politici, può essere utilizzato per fare previsioni in campagna elettorale.
Allo stesso modo, le aziende possono sfruttarlo al fine di ottenere dati sulla percezione che il pubblico ha del brand. Ma non solo: fornisce anche preziosi dettagli sul pubblico stesso e sui competitor.
Un prezioso strumento a portata di brand
Il social sentiment è dunque un prezioso alleato per chi gestisce un’attività, ma anche per personaggi pubblici e politici.
Importante sottolineare che anche chi non ha una presenza online curata dovrebbe effettuare l’analisi del sentiment. Anche un brand che non possiede un profilo sui social, infatti, potrebbe essere menzionato dal pubblico.
Molto spesso i consumatori utilizzano infatti i social per scambiarsi consigli o reperire opinioni su prodotti e servizi da acquistare. Inoltre, chi acquista qualcosa o fruisce di un servizio potrebbe lasciare una recensione sul web.
Quando il pubblico fornisce la propria opinione su un acquisto condividendola sui Social Media, sta esprimendo il suo social sentiment. Se tale opinione è positiva, si tramuta in una forma di pubblicità gratuita.
Attenzione, però: non è detto che il pubblico parli necessariamente bene di un marchio. Critiche o recensioni negative potrebbero danneggiare irrimediabilmente l’attività. Per tale ragione, il costante monitoraggio del sentiment sui Social Media è fondamentale.
Social sentiment: è più affidabile dei sondaggi?
Adesso che abbiamo chiarito di cosa si tratta e i punti di forza di questo strumento, torniamo al nostro interrogativo principale: il social sentiment può essere considerato come più affidabile rispetto ad altri strumenti di monitoraggio?
Per rispondere a questa domanda, terremo presente uno studio condotto dall’Università di Macerata, a cura del progetto Rightnets, finanziato mediante il PNRR.
Lo studio ha analizzato la campagna politica condotta sul web per le elezioni del Parlamento UE. Ed è stato messo in evidenza come i Social Media siano ad oggi una fonte di dati essenziale. Il social sentiment, in quest’ottica, si è rivelato uno strumento chiave, che consente di fare previsioni molto precise sui futuri risultati elettorali.
E c’è di più: secondo l’indagine, i dati derivanti dal social sentiment permettono di fare delle stime dei risultati che sono molto più precise rispetto alle stime effettuate grazie ai sondaggi politici classici.
L’analisi dei commenti, dei post e, in generale, dei comportamenti che gli utenti hanno sui social nei confronti di un personaggio politico, dunque, diventa essenziale per condurre una campagna elettorale vincente.
E questi risultati fanno riflettere sull’importanza del ruolo che il social sentiment riveste per il lancio di un prodotto o di un servizio.
di Laura Caracciolo, Social media manager, AU di Emera