La pubblicità su Facebook rappresenta un’alternativa alla classica pubblicità che in molti, ad oggi utilizzano. Si tratta di una forma di marketing abbastanza semplice da utilizzare e, per tale ragione, anche i meno esperti provano a sfruttarla.
I risultati, tuttavia, non sempre sono soddisfacenti: ci sono professionisti e piccole e medie aziende che non ne ricavano risultati.
In effetti, in presenza di alcune circostanze i Facebook Ads potrebbero fallire e non generare conversioni. Questo di solito dipende dal cattivo utilizzo dello strumento. Ecco le tre ragioni più comuni del fallimento degli annunci pubblicitari su questo social media.
Pubblicità su Facebook: la scelta del target
Tra le motivazioni più comuni che causano il fallimento della pubblicità su Facebook troviamo la scelta di un target errato.
Prima di iniziare ad utilizzare gli annunci Facebook a pagamento, occorre analizzare nei dettagli il pubblico a cui ci si rivolge. Indirizzare un annuncio ad un target errato o, peggio ancora, creare un post sponsorizzato senza tener conto delle necessità dei potenziali acquirenti, significa necessariamente fallire.
Si tratta di un problema che, comunque, può essere facilmente risolto. Prima di iniziare a creare i propri annunci, occorre effettuare una corretta analisi del target di riferimento. Un’analisi che tenga conto di una serie di parametri: età, geolocalizzazione, abitudini di acquisto, hobbies, etc…
Solo in questo modo si possono creare degli annunci mirati da indirizzare unicamente a quella fetta di pubblico potenzialmente interessata.
Attenzione al testo dell’annuncio
Alcune volte, anche se il pubblico di riferimento è stato correttamente individuato e nonostante l’annuncio sia mirato, la pubblicità su Facebook potrebbe continuare a non funzionare.
In questo caso, la ragione più frequente è che l’annuncio creato non invoglia il pubblico al click.
Anche se mostrato al pubblico di riferimento che potrebbe avere interesse nei prodotti o servizi offerti, un annuncio con un click-through rate basso (il tasso di efficienza dell’annuncio stesso) potrebbe indicare un Facebook Ads di scarsa qualità.
Ogni annuncio, in effetti, dovrebbe contenere una caption, ossia la didascalia che accompagna l’immagine, che invogli il pubblico al click. Oltre al contenuto visivo, anche il testo dell’annuncio deve attirare gli utenti. Il testo deve sempre concludersi con un invito all’azione ben definito e allettante, che convinca gli utenti a compiere proprio quella specifica azione richiesta.
Per risolvere questo problema, ci sono varie opzioni. Innanzitutto, anche coloro che non hanno molta esperienza con il marketing digitale possono osservare e studiare gli altri inserzionisti. In questo modo, si può trarre spunto per i propri annunci, migliorandone le componenti sia testuali che visive.
I meno esperti dovrebbero poi seriamente considerare l’idea di rivolgersi ad un Social Media Manager esperto in pubblicità sui social media.
Errori tecnici, nemici della pubblicità su Facebook
Un terzo e ultimo errore legato allo scarso rendimento della pubblicità su Facebook riguarda infine la parte più tecnica del marketing.
In questo caso, gli annunci riescono ad ottenere traffico: il sito web aziendale, cioè, ottiene un buon numero di visite. L’annuncio in questione riceve dunque clic, il che significa che il suo testo ha convinto i potenziali interessati.
Tuttavia, la percentuale di coloro che concludono l’acquisto è molto bassa. Di solito, questo si spiega con un probabile inconveniente che ha a che fare non con Facebook Ads, ma con il sito web.
Il percorso di acquisto dell’utente deve condurlo con facilità a concludere il proprio ordine. Se ci sono problematiche con il sito aziendale, di qualunque natura esse siano, il potenziale cliente abbandonerà il suo tentativo e non porterà a termine l’acquisto.
Questo terzo inconveniente, che può causare il fallimento della pubblicità su Facebook, può essere risolto identificando correttamente la problematica che causa l’abbandono del sito da parte degli utenti.
Che sia un problema col processo di pagamento, una call to action non adatta, tempi di caricamento eccessivamente lunghi oppure un sito internet eccessivamente carico di contenuti che disperde l’attenzione dell’utente, occorre agire immediatamente ed eliminare l’attrito.
di Laura Caracciolo, Social media manager, AU di Emera