Sono 740 milioni gli utenti LinkedIn attivi nel mondo, di cui 15 milioni solo in Italia: da anni una delle principali piattaforme di Social Media, unica nel suo genere per costruire relazioni con i decision maker in ambito aziendale o guadagnare credibilità professionale, ancora per molti professionisti o imprese non riesce a restituire i risultati sperati, ossia ottenere un buon numero di visualizzazioni per i propri post e allargare il bacino di pubblico. Per capire come oltrepassare questo ostacolo, abbiamo chiesto supporto a chi per mestiere offre al cliente soluzioni complete e personalizzate di marketing e sales, rivolgendoci alla digital solution company Across, che – attraverso le parole del suo CEO, Sergio Brizzo – ci ha dato degli ottimi consigli per stimolare le interazioni delle PMI sulla piattaforma.
Punto di partenza? Assecondare l’algoritmo di LinkedIn. “Come prima cosa l’algoritmo di LinkedIn analizza il contenuto in oggetto e lo cataloga come “valido” o “non valido”. – racconta Sergio Brizzo – L’algoritmo analizza le keyword associate al profilo di chi ha scritto il post, ossia quelle parole chiave che riguardano la propria professione e utilizzate nella descrizione del proprio profilo. Se non c’è alcuna connessione tra quel contenuto e la professionalità di chi lo scrive, l’algoritmo di LinkedIn probabilmente non mostrerà il post ai collegamenti della propria rete, etichettandolo come “non valido”.
Passato il primo ostacolo, cosa accade se l’algoritmo di LinkedIn etichetta il post come valido? “A quel punto inizierà a mostrarlo a parte dei propri collegamenti di primo grado. I primi a vederlo saranno quei contatti con cui si interagisce maggiormente, in particolar modo quelli tra cui sono intercorsi scambi di commenti o con cui ci sono state conversazioni tramite messaggistica privata.” E ancora: per superare l’ostacolo “algoritmo”, continua Brizzo “sarà essenziale catturare l’interesse del proprio target. Questo perché i consigli, i commenti e le condivisioni da parte dei propri collegamenti di primo grado su LinkedIn permetteranno di raggiungere la visibilità presso la rete di secondo grado (ovvero i collegamenti dei propri contatti).”
La qualità però fa sempre la differenza, attenzione quindi al genere di interazione che si crea, avverte Across. “I like e i click possono generare molto rumore per nulla: tanti utenti lasciano un’interazione ai post senza leggere veramente il contenuto, oppure cliccano su un articolo per errore. Le interazioni preferite dall’algoritmo di LinkedIn sono i commenti, che restituiscono un feedback interessante anche all’autore del post. Quando si scrive un post su LinkedIn, quindi, è utile inserire una domanda rivolta alla propria audience: in questo modo si stimoleranno gli utenti a lasciare un commento.