Non è certo una sorpresa che il marketing abbia ricadute positive sul profitto aziendale, ma il report Lewis, Global Marketing Engagement Index 2019, dimostra il legame fra livello avanzato di engagement e performance sui profitti.
L’analisi, che ha coinvolto le prime 300 aziende della classifica Forbes Global 2000, dimostra che i brand con prestazioni migliori hanno superato gli altri di circa 5 punti.
La classifica
La top ten delle aziende coinvolte ha mostrato un margine medio del 17,4%, gli ultimi dieci brand in classifica dell’8,8%. Sul podio della speciale classifica si colloca IBM. In generale le aziende americane e quelle EMEA risultano migliori rispetto a quelle dell’area Asia-Pacifico.
Le aziende più vecchie hanno superato quelle più giovani in generale, ma queste ultime hanno ottenuto punteggi migliori nel marketing digitale e nell’ottimizzazione dei siti web.
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Punti di forza e criticità
Le aziende di dimensioni maggiori, da un lato hanno interazioni più lente ma dall’altro, soprattutto quelle “datate”, una volta che la comunicazione è avviata ottengono risposte migliori.
- A sorpresa, i livelli di automazione (es.: chatbot) non appaiono così diffusi, nonostante il grosso aiuto che fornirebbero a livello comunicativo.
- Non solo: il 57% dei marchi non utilizza paid ads, utili per creare specifiche campagne marketing e indirizzare il traffico web.
- Poco spazio è dato anche a video o conversioni personalizzate attraverso il proprio sito web (1/3 delle aziende non ne fa uso).
- Circa la metà dei 300 brand analizzati non utilizza piattaforme di automation marketing.
Molto resta da fare ancora, ma visto l’impatto certificato del marketing le aziende non dovrebbero perdere l’occasione di svilupparlo al meglio. Secondo Giles Peddy, Senior Vice President Lewis:
Il tasso di cambiamento offre ai brand opportunità di crescita. In poche parole, le aziende che sono disposte a innovare nel marketing ottengono risultati migliori in termini di profitto.