Registro Opposizioni per i cellulari: in arrivo il decreto

di Noemi Ricci

15 Giugno 2018 10:25

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Dopo l'ok del Consiglio di Stato al decreto che estende il Registro delle Opposizioni agli indirizzi fisici, ai numeri fissi privati e ai cellulari, se ne attende a breve l'entrata in vigore: ecco cosa cambia per aziende e utenti.

Il Consiglio di Stato, con parere n. 1318/2018, ha dato parere favorevole sullo schema di decreto che, in attuazione dell’art. 1, comma 54, della legge n. 124/2017 (legge annuale per il mercato e la concorrenza), estende la disciplina del Registro pubblico delle Opposizioni all’impiego degli indirizzi presenti negli elenchi telefonici pubblici per l’invio di posta cartacea per vendite o promozioni commerciali.

Registro Opposizioni rafforzato

Si tratta dell’estensione del Registro delle Opposizioni istituito ai dati relativi agli indirizzi fisici. E’ possibile inserire nel registro anche le utenze fisse non pubblicate negli elenchi abbonati e quelle del telefonino.

Viene così rafforzata la tutela della privacy degli utenti nei confronti degli operatori di telemarketing.

Lo schema di decreto si compone di un solo articolo ed è accompagnato dalla relazione illustrativa, dalla relazione sull’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR), dalla analisi tecnico-normativa (ATN) e dalla relazione tecnico-finanziaria. Sul decreto avevano già espresso parere positivo sia l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) che il Garante per la privacy.

Ora, iscrivendosi al Registro pubblico delle Opposizioni, chiunque sia intestatario di utenza telefoniche, fisse o mobili, può revocare tutti i consensi precedentemente espressi, con qualsiasi forma o mezzo e a qualsiasi soggetto, che autorizzano il trattamento delle proprie numerazioni telefoniche per fini di pubblicità o di vendita ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

Sanzioni

Agli operatori viene inoltre vietata la comunicazione a terzi, il trasferimento e la diffusione di dati personali degli iscritti per gli stessi fini.

Per gli inadempienti sono previste sanzioni da parte dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, che vanno da 120.000 euro fino ad arrivare alla sospensione dell’attività e alla revoca della licenza.