Alla scoperta dell’Advocate Marketing

di Chiara Basciano

Pubblicato 10 Aprile 2018
Aggiornato 19 Febbraio 2019 14:47

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Trovare i clienti giusti, capaci di interessarsi al marchio e di sentirsi parte di esso.

«Parlami e io dimenticherò, mostrami e io non ricorderò, coinvolgimi e io capirò», questo antico proverbio degli Indiani d’America può essere considerato la base del marketing. Riuscire ad entrare in connessione con i clienti infatti è la base della comunicazione. In particolare ciò appare vero per l’Advocate Marketing, che si basa proprio sul coinvolgimento del cliente. Potrebbe essere definito l’arte di identificare i potenziali migliori clienti, quelli capaci di diventare parte dell’azienda stessa per la voglia di parlarne positivamente assumendo un ruolo attivo nella sua comunicazione.

Disporre di un esercito di clienti motivati non è un colpo di fortuna, si costruisce in maniera strategica. È la prospettiva che cambia: non si deve considerare chiuso il rapporto con il cliente dopo l’acquisto, anzi, è proprio quello il vero inizio della relazione. Da lì in poi il brand deve imparare a conoscere il proprio cliente, a coinvolgerlo e interessarsi a lui. In un mondo di relazioni fugaci, avallate dalla diffusione dei social media, mostrarsi genuinamente interessati mette il cliente nella condizione di apprezzare il marchio, vedendone il lato umano.

Ciò è la base dell’Advocate Marketing, fatto di relazioni e basato sul passaparola, per avere clienti interessati al marchio e capaci di muovere chi gli sta vicino.