Google Plus, ecco perché le aziende dovrebbero usarlo

di Peppe Croce

Pubblicato 12 Luglio 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

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Sono passati quasi otto mesi da quando su PMI.it ci siamo chiesti per la prima volta se per un’azienda sia conveniente investire in una pagina business di Google Plus (o Google+, se preferite). Da allora molto è cambiato e il social network di Mountain View si è evoluto talmente tanto che, ormai, è persino sbagliato definirlo semplicemente social network.

E’ ora di tornare sull’argomento, illustrare le novità  e chiedersi di nuovo se non sia il caso di far entrare la propria azienda in Plus. Ma, prima di farlo, è bene considerare che i veri vantaggi di Plus si possono apprezzare solo abbracciando l’intero ecosistema di prodotti Google.

Arcipelago Google
Ecosistema è l’obiettivo, arcipelago è forse quello che già  c’è: moltissimi prodotti utilizzabili sia dall’utente privato che da quello business che stanno convergendo tutti nella stessa direzione. Cioè Google Plus. Si parte dalle Apps, che sono completamente gratuite fino a 10 utenti mentre costano 5 dollari al mese per ogni utente in caso di gruppi di lavoro di dimensioni maggiori. La maggior parte delle PMI italiane, quindi, le userebbe gratis.

Le quattro App principali sono Gmail, Calendar, Drive e Docs. Tanto vi basta per, rispettivamente, avere una casella di posta da 10 giga, una agenda elettronica, 5 giga di storage gratuito (con 4 dollari al mese diventano 20 GB) e una suite office online. Docs è forse il prodotto che ancora deve crescere di più rispetto ai concorrenti desktop offline, ma è già  sufficiente per la maggior parte degli utilizzi basilari di una azienda. Dalla stesura di documenti di testo alla contabilità .

E ora il Plus
A tutto questo Google aggiunge Plus che è, allo stesso tempo, una piattaforma per esprimere l’identità  dell’azienda sul web, un modo per comunicare facilmente con dipendenti, fornitori e clienti e un potente strumento di marketing soprattutto in ottica di ottimizzazione SEO per i motori di ricerca.

Chi sei sul Web
Plus nasce per dare la possibilità  a privati e aziende di mostrare il meglio di sé su internet. Da tempo Google ha implementato l’authorship dei contenuti, cioè la possibilità  di riconoscere al legittimo proprietario la paternità  di testi, foto e video pubblicati su blog, siti e dentro Plus.

E’ come un grande contenitore della vostra attività  sul web, di quello che siete e di quello che fate, che si va riempiendo dei vostri contenuti. Se realizzate del materiale pubblicitario, una serie di slide per mostrare i vostri risultati economici, o se arricchite il blog aziendale con nuovi post potete collegare tutto ciò sotto un unico ombrello.

Questo vuol dire che, quando un potenziale cliente cercherà  qualcosa su Google che abbia a che fare con il vostro ambito aziendale, troverà  anche i vostri contenuti. E dai contenuti capirà  chi siete, cosa fate e come lo fate. Più materiale pubblicate sul web “a vostro nome” e più si arricchirà  il vostro profilo Plus dando, allo stesso tempo, più occasioni ai clienti di trovarvi e di apprezzarvi.

Se volessimo fare un paragone tra Facebook e Plus, quindi, non sarebbe troppo riduttivo dire che il primo è la vostra vetrina, il secondo la vostra identità .

La cerchia giusta
Il vero punto di forza di Google Plus, specialmente in ambito aziendale, sono le cerchie. In molti non le capiscono del tutto, alcuni le considerano semplicemente una scocciatura. In realtà  sono uno strumento potentissimo. A differenza di quanto succede su Facebook, dove è molto difficile e macchinoso tenere riservata una conversazione, su Plus è una cosa semplicissima.

E molto utile per comunicare qualcosa solo ai dipendenti e non al pubblico, o solo ad una certa cerchia di dipendenti (ad esempio il settore commerciale). Allo stesso modo, sempre senza uscire da Plus, potrete anche dividere i vostri contenuti privati e familiari da quelli lavorativi.

Persino i clienti (o potenziali clienti) possono essere segmentati. Mettiamo che la vostra azienda produca abbigliamento e abbia una collezione maschile e una femminile: una cerchia per sesso e potete mandare un messaggio mirato al cliente più adatto a riceverlo positivamente.

Mettiamo che siate attivi nell’agroalimentare e vogliate pubblicare le foto dei vostri splendidi salumi senza urtare la sensibilità  dei clienti vegetariani. Due cerchie (basta chiedere la cortesia di specificare a quali prodotti si è interessati, sarà  un’accortezza gradita) ed è tutto risolto: salami solo ai carnivori e verdure sott’olio anche ai vegetariani. Entrambe le categorie di clienti vi adoreranno, perché gli avrete inviato solo una pubblicità  (o, meglio ancora: una informazione su un prodotto o una classe di prodotti) che a loro interessa.

I videoritrovi
Gli hangout, “videoritrovi” nella versione italiana, sono un’altra chicca da utilizzare a fini produttivi. Non sono altro che videochat con un massimo di 10 partecipanti (ma, in realtà , sarebbe meglio dire 10 webcam visto che nulla vieta a due persone di sedersi di fronte lo stesso PC) con tutta una serie di possibilità  utili per la produttività  aziendale: si può condividere lo schermo, scambiarsi documenti (quelli di Docs, ovviamente), vedere insieme un video o, semplicemente, parlare a distanza.

La riunione aziendale in videoconferenza tra sedi distaccate è il minimo che si può fare. La collaborazione in real time su uno stesso documento (che si aggiorna su tutte le postazioni che partecipano al videoritrovo) è il passo successivo. L’apprendimento a distanza è un’altra possibilità  interessantissima: pensate a quanto costa far spostare i dipendenti per seguire un corso di aggiornamento, ma anche a quanti soldi avete speso inutilmente per corsi online basati solo sulla distribuzione di materiale informativo. Con un videoritrovo il docente può interagire con i corsisti e discutere in tempo reale dei documenti che gli ha inviato un secondo prima con un click.

Spingendosi oltre, perché non immaginare un servizio di call center in cui l’azienda, oltre che il tempo e il personale che risponde al telefono, ci mette anche la faccia. Gestite un call center inbound per la vendita di contratti telefonici? Il cliente vi invita ad un videoritrovo, vede il vostro operatore, parla con lui e, se accetta il contratto, lo riceve in tempo reale senza dover passare da problematiche registrazioni telefoniche.

Videritrovi in diretta
La versione “on air” dei videoritrovi merita una trattazione a parte. Sono videochat del tutto simili a quelle private ma trasmesse in diretta sul vostro profilo G+ e sul vostro canale YouTube. E vengono registrate e pubblicate automaticamente su YouTube senza che voi dobbiate muovere un dito.

Ottimo per giornalisti e PR, che possono realizzare interviste a costo zero senza muoversi dall’ufficio. Buono anche ai fini del marketing per fidelizzare i clienti e trasmettere un’immagine di professionalità .

Avete una profumeria? Mettete un dermatologo su uno sgabello con una webcam che lo inquadra, davanti al vostro espositore di creme solari, e invitate i vostri clienti a fargli delle domande. Risponderà  in diretta, suggerirà  di acquistare la miglior crema che ci sia in commercio (che ovviamente voi avrete messo in bella vista a portata di webcam) e tutta la ripresa sarà  immediatamente disponibile sul vostro canale YouTube, per chi se la fosse persa in diretta.

Volete essere ancora più ruffiani con i vostri potenziali clienti? Regalategli qualche videolezione di trucco, parrucco e profumo.

E se invece di una profumeria avete una ditta di costruzioni, no problem: prendete il vostro commercialista, portatelo in cantiere e fatelo mettere vicino una impalcatura con il vostro logo ben in vista. Spiegherà  a chi ha intenzione di fare dei lavori in casa come accedere alle detrazioni fiscali del 50% per le ristrutturazioni edilizie. Se invece volete particolarmente bene al nostro paese, davanti la webcam metteteci un ingegnere che possa spiegare a tutti quanto sia importante spendere un po’ di più ma avere la certezza di un edificio a norma antisismica.

In ogni caso i potenziali clienti lo apprezzeranno, faranno un sacco di +1 e Share sul vostro video e, grazie all’authorship di cui parlavamo prima, accrescerete di molto la vostra influenza online nel settore in cui operate.

Pagine Local
Le pagine business locali sono arrivate da poco su Google Plus. Sostituiscono le vecchie schede statiche di Google Places e le integrano con nuove funzioni. Per ogni attività  commerciale viene mostrato l’indirizzo su una mappa di Google Maps, si possono inserire informazioni su prodotti, servizi e relativi prezzi e, nel caso di attività  ricettive o di ristorazione si può anche inserire un link ad un sistema di prenotazione.

Per i ristoranti, poi, è stato integrato il sistema di valutazione internazionale di Zagat, azienda recentemente acquisita da Google. Per tutte le attività , poi, si possono inserire foto e video pubblicitari. Chi visita la pagina, invece, può inserire una recensione. Il che, purtroppo, ci costringe a stare con gli occhi ben aperti perché le recensioni potrebbero diventare uno strumento utile ai nostri concorrenti.

L’unico vero difetto delle pagine local è che non sono integrate con le pagine business: restano due cose diverse e separate. Il risultato è un po’ scomodo perché è come se la pagina business sia la vetrina dell’azienda mentre quella local sia il suo negozio online. E’ ragionevole pensare che Google trovi presto il modo per fondere i due tipi di pagina in una sola, magari integrando una tab “Local” nelle pagine business.

Google Events
Gli ultimi arrivati su Plus sono gli eventi. Se ne possono creare di pubblici e di privati e si possono aggiungere informazioni di vario tipo: dal sito web dell’azienda all’eventuale rivenditore di biglietti, se si tratta di un evento a pagamento. Tutti gli eventi sono integrati con Calendar, il che permette di ricevere le notifiche anche su cellulari Android.

Si possono anche creare eventi totalmente virtuali, con tanto di videritrovo incluso, o seguire virtualmente un evento “in carne ed ossa”. Questo è un aspetto molto interessante. Mettiamo che abbiate dato appuntamento a clienti, fornitori e giornalisti per la presentazione di un nuovo prodotto. Nulla vi impedisce di abbinare alla presentazione nello show room fisico anche la trasmissione dell’evento in diretta tramite hangout on air.

Avrete il vantaggio di aumentare esponenzialmente gli spettatori, di interagire con loro, di dare la possibilità  a giornalisti e blogger che non sono presenti di seguire l’evento in diretta e di parlarne sulle proprie testate proprio mentre voi annunciate le ultime novità .

Molto importante la gestione temporale dell’evento: su Plus un evento può essere arricchito di contenuti testuali, foto e video sia prima che durante e dopo la data e l’ora dell’evento stesso. Potrete così preparare il terreno rilasciando informazioni mirate sul prodotto che andrete a presentare, per far salire l’attenzione e l’attesa. Potrete prevenire le richieste dei vostri clienti, che faranno certamente delle domande specifiche.

Potrete infine tastare l’aria che tira, specialmente se avete più prodotti da presentare: saprete prima quali riscuotono più interesse e, se è il caso, potrete modificare qualche dettaglio dell’evento reale in base alle indicazioni provenienti da quello virtuale.

Anche in questo caso, però, non mancano i difetti: il più grosso è l’impossibilità  di integrare gli eventi nelle pagine locali. Non potrete, cioè, far vedere a chi capita sulla pagina local della vostra attività  quali eventi si sono svolti in passato (con tutti i contenuti già  pubblicati), né annunciarne di nuovi. Chi vuol sapere quali sono stati gli eventi che avete organizzato non può far altro che andarli a cercare nel mare magnum di eventi pubblici di Google Plus o spulciare la vostra pagina business fino a quando non lo trova. Anche in questo caso è ragionevole aspettarsi che questo difetto venga risolto quanto prima.

Esternalizzare Google Plus?
Come avrete ben capito le cose che una azienda può fare con Plus sono veramente molte. Ma, allo stesso tempo, non basta essere presenti su G+ per ottenere risultati: ci vogliono contenuti, e idee, buoni e ben realizzati e una attenzione costante a come risponde il pubblico a ciò che fate vedere della vostra attività .

Partendo dal presupposto che, oggi giorno, chi spende pretende di sapere il più possibile del prodotto che compra e dell’azienda che lo produce, si pone una domanda amletica: gestire la propria presenza su Plus con risorse interne o affidarsi ad una agenzia di comunicazione esterna?

La risposta è molto difficile e, probabilmente, è “entrambe le cose”. Essere su Plus, ed esserci da protagonisti mostrando solo il meglio della propria azienda e del proprio lavoro, è un’attività  che richiede tempo, fatica e molta professionalità .

Allo stesso tempo nessuna agenzia esterna potrà  mai conoscere la vostra azienda, la vostra filosofia e il modo in cui lavorate meglio di voi. Il consiglio, quindi, è di lavorare a braccetto con una buona agenzia seguendo (specialmente all’inizio) quel che fa affinché siate certi che quel che appare sulla vostra pagina business di Google Plus rispecchi in pieno quel che pensate la mattina quando andate a lavorare.