Le-commerce in Italia sta crescendo, ma non è ancora giunto ai livelli degli altri paesi europei. Le best practice generali (ordini da casa, ottimi sconti, sistemi di pagamento sicuro, varietà dei cataloghi, ecc.) da noi scarseggiano, e non permettono a questo canale di vendita di svilupparsi, soprattutto tra le Pmi.
Di fatto, non si può affermare che la leva dell’innovazione per la vendita in Rete, sia stata sfruttata al meglio dalle piccole imprese italiane. Soltanto il 3,8% vende regolarmente online (contro il 13% della media europea), mentre il fatturato totale dell’e-commerce è soltanto del 5,4%.
Quali sono le resistenze verso questo nuovo canale di vendita? Innanzitutto quelle economiche relative all’investimento iniziale per realizzare una piattaforma di scambio competitiva ed affidabile.
Gli imprenditori italiani, preferiscono aprire un punto vendita tradizionale, nonostante l’e-commerce sia un mercato in ottima salute. Si calcola che nei prossimi tre anni 1,3 milioni di italiani effettueranno acquisti online.
Altri fattori che bloccano l’espansione del commercio elettronico sono il basso livello di cultura digitale dei piccoli imprenditori, e una scarsa informatizzazione delle imprese italiane.
Probabilmente il ricambio generazionale dei piccoli e medi imprenditori italiani favorirà l’espansione di un mercato in crescita costante, un’opportunità di business su cui puntare, soprattutto per categorie merceologiche come l’abbigliamento e l’elettronica di consumo.