Alcuni giorni ho acquistato un nuovo smartphone: tra le caratteristiche che mi hanno indotto alla scelta, la presenza di Bluetooth e, soprattutto, del Wi-Fi, per poter navigare in mobilità e sfruttare eventuali applicazioni.
Il primissimo test è stata la connessione al provider per scaricare temi e giochi, selezionati rigorosamente tra quelli gratuiti. Insomma tutto bene… Dopo qualche giorno, provando a utilizzare i giochi scaricati gratuitamente mi si richiedeva la connessione alla Rete. Ovviamente con il suo prezzo. Perché?
Il giochino è mono-utente e di sicuro non necessita funzioni interattive per poter essere utilizzato. Allora perché l’obbligo di connettersi al provider per giocare?
Il tentativo di utilizzo di un secondo gioco si è concluso con un messaggio di avviso: il gioco nella sua forma “gratuita” durerà 120 secondi. Ma come? Il gioco era chiaramente indicato gratuito. Nulla lasciava presagire o intuire una versione “ridotta, “tagliata”, “monca” o in alcun modo limitata. Mi vengono in mente quei prodotti che vengono presentati come gratuiti sui motori di ricerca quando poi ad essere gratuito è solo il download dell’applicazione ma non il suo utilizzo!
Trovo questo modello di vendita disincentivante e controproducente. Non solo: tornando ai download del mio cellulare, non credo ci sia da scomodare il legislatore per far sì che ciò che viene presentato come “gratuito” lo debba poi essere realmente. Mi piace pensare che il mercato punirà come si deve i venditori che pensano di stuzzicare il compratore con messaggi che non esito a definire ingannevoli.