Avere dipendenti che promuovono il brand aziendale sui Social Media è una leva per migliorare la reputazione on e off line. L’attivismo dei dipendenti fa quindi bene all’azienda, come dimostra l’indagine condotta da Weber Shandwick in partnership con Krc Research, basata su un sondaggio online che ha analizzato un campione di 2300 dipendenti di 15 Paesi.
Il 24% delle imprese incentiva i propri team a pubblicare e condividere news sul proprio ambiente di lavoro, per trasformare i dipendenti in veri e propri brand ambassador.
In Europa quasi 1/5 è dipendente attivo e circa il 30% potrebbe diventarlo, ma soltanto il 28% si sente coinvolto. Il 60% agisce solo in caso di urgenza, quando si verificano casi di attacco all’immagine aziendale. L’attivismo dei dipendenti sui Social Media li trasforma in veri e propri advocate, persone in grado di difendere quando serve la reputazione della propria azienda da eventuali critiche esterne.
Le società consapevoli delle potenzialità che questa forma di attivismo può generare sulla brand reputation, hanno avviato dei corsi di formazione e definito social media policy per amplificare gli effetti positivi. Questo perchè, accanto alle opportunità offerte dalla pubblicazione di notizie sulla propria azienda, ci sono anche dei rischi: l’11% condivide anche informazioni e commenti negativi.
Ma questo è il bello ed il brutto della Rete, dove ciò che viene pubblicato può suscitare reazioni positive e negative da parte di chi legge, soprattutto se il lettore può interagire su piattaforme social che abilitano al confronto ed alla discussione.