PageRank Sculpture. Indirizzare l’indicizzazione del proprio sito

di Sonia Ferretti

Pubblicato 17 Ottobre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

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Matt Cuts di Google ha asserito:

“il nostro sito è come un blocco di marmo di PageRank ed il nofollow è lo strumento, lo scalpello che serve a modellarlo.”

Ebbene, il PR Sculpting è una tecnica che è stata largamente criticata da molti ed abbracciata da molti altri.

Questa clausola non serve solo a dire ai motori che non devono seguire quel particolare link esterno al nostro sito, la si può usare anche per evitare che alcune pagine del nostro stesso sito vengano indicizzate.

Questa tecnica prevede infatti che si metta il rel=”nofollow” su tutti quei link che hanno pochi contenuti e poco importano ai fini del sito, con alcune eccezioni.
Il nofollow è “eticamente” sconsigliabile se utilizzato per lo scambio link con altri siti.

Il nofollow, perciò, si può usare per i link a basso valore o per pagine interne, come: Note legali, Politica della Privacy, stato degli ordini, Centro assistenza clienti, Carrello, Il Mio account, FAQ, o per le Info Spedizioni.

In questo modo verrà  salvata una quota maggiore di PageRank per i restanti link.

Di tutte le pagine del vostro sito, è probabilmente la homepage ad ottenere il miglior “voto” e che sia quella meglio dotata di PageRank.

Dai link della homepage si diparte l’indicizzazione. Quindi, durante la creazione del sito, oltre all’usabilità  è importante una buona struttura ad albero!

L’indicizzazione ha dei limiti, però, e se qualcuno ha più di un centinaio di collegamenti è probabile che – dopo aver troncato la pagina a 100 kilobyte – ne vengano esclusi alcuni.

Così, limitarsi a 100 collegamenti più che un suggerimento rappresenta un buon modo di agire per evitare troncamenti.

Un esempio? La società  Altrec che implementa nofollows attraverso il suo sito ed è posizionata bene durante la ricerca.