Telefonate pubblicitarie: molte chiacchiere e poca chiarezza

di Vincenzo Zeffiri

Pubblicato 1 Febbraio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 19:33

Mai ricevute chiamate a scopo promozionale, magari proprio nel momento più fastidioso o meno opportuno della giornata? Sicuramente si.

Quest’attività  di marketing attuata dai call-center, però, nella stragrande maggioranza dei casi risulta un disturbo e una perdita del proprio tempo. Anzi: sono ristretti i casi in cui da queste conversazioni telefoniche si riesce a trarre informazioni interessanti per la proprio economia domestica o per la propria azienda.

Basta con le ipocrisie: è giunta l’ora di richiamare l’attenzione su un fenomeno forse quasi dilagante.

E dire la verità : una consistente fetta di tutte queste chiamate pubblicitarie, sempre con l’offerta migliore per il proprio business, corrisponde a velate truffe servite agli sprovveduti clienti: quante volte ci sono capitate in prima persona offerte esagerate o promesse di gratuità  che poi si sono rivelate difficili da mantenere?

Diversi sono i casi riportati dagli imprenditori e dai lavoratori a siti internet e associazioni dei consumatori, che permettono di stilare il profilo una chiamata truffaldina:

  • Scarse informazioni tecniche (anche se esplicitamente richieste)
  • Calo delle prestazioni del servizio attuale
  • Necessità  di rinnovare il servizio o l’impianto attualmente posseduto
  • Gratuità  di installazione ma aumento dei costi a regime
  • Limiti temporali stringenti dell’offerta e necessità  di concludere nel minor tempo possibile il contratto

Un accorto cliente dovrebbe avvertire già  in tutti questi segni, in genere contemporaneamente presenti, il tanfo di truffa.

Spesso si tratta semplicemente di poca chiarezza nelle condizioni proposte in modo da evidenziare gli aspetti vantaggiosi dell’offerta commerciale a discapito dell’interezza della proposta dell’azienda produttrice del prodotto che – diciamolo – difficilmente regalerà  qualcosa senza pretendere qualcos’altro.

I call-center spesso non si preoccupano di rispettare la normativa in tema di pubblicità  non ingannevole. In parecchi casi infatti esistono gli estremi per tacciare queste (apparentemente) innocue chiamate come reali truffe a carico dei clienti, siano essi rappresentati da privati o da aziende.

In quest’ultimo caso i più esposti sono i piccoli e medi imprenditori, che non sempre hanno le competenze per poter controbattere a un operatore telefonico che recita messaggi accuratamente studiati ma di cui ignora il reale contenuto. Non tutte le aziende di queste dimensioni possono permettersi un responsabile ICT che possa opportunamente occuparsi dei contratti stipulati con le aziende del settore per l’erogazione dei servizi vitali come telefonia e internet.

Poco possono fare le autorità  della privacy e delle telecomunicazioni che, anche se tra le più attive in Italia, hanno uno campo esecutivo ridotto. Molto è lasciato al buon senso dell’imprenditore e alla denuncia che i mezzi mediatici possono fare del fenomeno.