Leggendo la recente notizia relativa al principe Carlo d’Inghilterra, che ha presenziato sotto forma di ologramma al summit mondiale sul futuro dell’energia che si è svolto ad Abu Dhabi, ho riflettuto sul fatto se possa o meno trattarsi di una tecnologia utilizzabile, a costi accettabili, anche dalle moderne aziende.
Innanzitutto occorre tenere presente che la olografia rappresenta un elaborato procedimento di memorizzazione di una informazione ottica tenendo traccia di un insieme di frange di interferenza derivanti dall’uso di laser, in grado cioè di fornire una luce coerente sia sotto il profilo temporale che su quello spaziale (Wikipedia docet).
Facendo una ricerca sul Web, si trovano numerose proposte inerenti i sistemi olografici. Fino a qualche anno fa, a parte i costi esorbitanti anche solo per realizzare ologrammi di soggetti statici, l’idea di produrre sequenze dinamiche videoregistrate appariva piuttosto complessa. Oggi, non solo ciò è possibile, ma esiste una sperimentazione avanzata relativa alla generazione di proiezioni olografiche in diretta, consentendo ad esempio la trasmissione di immagini di una persona da un capo all’altro del mondo.
È chiaro che possa apparire tuttora un sistema futuristico di videoconferenza, specie se paragonato alla semplicità ed immediatezza d’uso di Skype o similari, con costi che possono anche tendere a zero, tenendo inoltre presente la possibile interazione tra gruppi di persone.
Può dunque al momento sembrare più una forma di esibizione o di spot, per fare colpo sui media e far risaltare un proprio intervento, come quello di Al Gore dello scorso anno, quando aprì il Live Earth di Tokio. Credo comunque sia ragionevole ipotizzare una rapida evoluzione di queste tecniche, per aprire questa porta di comunicazione anche alle imprese più esigenti che vogliano migliorare la propria immagine.