Da poco, Claudio ha pubblicato una notizia con gli ultimi dati sulla diffusione dello spam. I cui risultati sono preoccupanti e evidenziano come il 95% delle email ricevute ogni giorno sia rappresentato da posta indesiderata, phishing e malware assortito.
Questo significa che, senza un buon filtro anti-spam, manager e dipendenti si ritrovano a perdere tempo prezioso a leggere messaggi inutili e a far pulizia nella propria casella di posta, a tutto svantaggio della produttività dell’azienda.
Ma cosa succede quando è proprio l’azienda a “spammare”? Sicuramente è improbabile che dalla vostra impresa possano arrivare catene o virus, molto più probabile invece che da voi possa arrivare posta indesiderata. Messaggi pubblicitari, newsletter, comunicati stampa… Ogni informazione non richiesta inviata a partner, clienti o potenziali tali è spam, niente di più niente di meno.
Vincenzo ha già illustrato come sfruttare a proprio vantaggio quest’attività rispettando le leggi in materia, ma anche una volta ottenuto il consenso del proprio destinatario bisognerebbe evitare di veicolare informazioni intuili.
Insomma, quello che Seth Godin ha definito “permission marketing” non deve trasformarsi in una sorta di “trojan marketing”: richiedere il consenso dell’utente per poi incentrare il flusso informativo su pochi contenuti e molta pubblicità . Per questo un’efficace strategia di marketing basata sull’invio di newsletter non può prescindere da un nucleo di contenuti interessanti ed aggiornati che siano di qualche utilità per il destinatario.
Perché il suo tempo è prezioso quanto il vostro. Ci avete mai pensato?