Chiara Ferragni e Fedez insegnano: diventare influencer può rendere ricchi. Certo, per farsi pagare migliaia di euro per un post sul proprio profilo social bisogna rientrare nel Gotha dei pochi eletti, ma se i propri fan e follower superano una certa soglia critica (migliaia) allora si può pensare si metter su un vero e proprio “stipendio” fisso.
E se i follower sono addirittura milioni, i risvolti commerciali per le imprese sponsor possono essere parimenti significativi.
In un’epoca in cui la presenza online è “scontata”, dunque, l’influencer marketing non è più un trend ma un mercato vero e proprio. Con le sue strategie e le sue regole.
Una modalità di comunicare “nativa digitale”, che da un lato offre opportunità a coloro che sono in grado di generare un trend e di orientare le scelte d’acquisto degli utenti in Rete tramite i social network, dall’altra genera visibilità e brand reputation per gli sponsor.
Perchè pagare un influencer? Perchè comunica con un pubblico selezionato, con caratteristiche socio-demografiche e abitudini di consumo ben delineate (dunque targettizzabile) del quale hanno conquistato la fiducia tanto da influenzarne opinioni e preferenze.
Si tratta fondamentalmente di messaggi (post più o meno sponsorizzati, status, hashtag, video streaming) che gli utenti apprezzano particolarmente e a cui si sentono “più vicini” rispetto a quelli marcatamente promozionali delle aziende, che spesso appaiono distanti.
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Se inizialmente si trattava quasi esclusivamente di personaggi famosi, sulla falsa riga dei più classici testimonial, oggi gli influencer sono quasi dei Digital PR che in genere nascono direttamente dalla Rete e conquistano il rispetto del pubblico non perché “già noti” ma perché esperti di uno specifico settore: blogger, youtuber, instagrammer e così via. Pronti al dialogo con i propri follower vengono eletti influencer direttamente dalla community tanto da fare di questo una “professione”.
Come influencer è quindi possibile guadagnare sfruttando la necessità delle aziende di fare brand e di essere più vicine ai loro potenziali clienti, conquistandoli e fidelizzandoli. Le aziende scelgono l’influencer sul quale puntare in base alle loro “competenze”, che ovviamente deve avvicinarsi a un tema caro alla propria realtà. Dunque per diventare un influencer appetibile e monetizzare la propria presenza sul Web bisogna essere in grado di costruire intorno a sé una community fedele e consolidata che porti l’influencer stesso a diventare un punto di riferimento nel suo campo.
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Risultati che si ottengono solo a patto di risultare coerenti e competenti, di essere specializzati in un canale (inutile disperdere energie per essere presenti ovunque) e di saper stimolare il confronto con e tra follower, puntando sulla qualità dei contenuti piuttosto che sulla quantità.
Esistono piattaforme dedicate agli influencer, per consentire di monetizzare il tempo trascorso su Web e Social. Ad esempio:
- Lovby, sulla base di un algoritmo proprietario esamina l’influenza in Rete misurando amici, contatti, follower, like, condivisioni, visualizzazioni, frequenza di uso e interazione in grado di generare su più network, assegnando uno score di rilevanza;
- Buzzoole, valuta la sfera di influenza digitale di chi si registra offrendola alle aziende, che in cambio garantiscono offerte e condizioni speciali facendo diventare gli influencer brand ambassador;
- Your brand camp, piattaforma di marketing collaborativo che mette in contatto diretto aziende ed influencer, così da diventare brand ambassador;
- Friendz, sfrutta la propria vastissima community per generare visibilità brand attraverso le pubblicazioni di contenuti creativi sui profili social degli utenti.
Lo scorso anno, l’Economist ha stimato il valore dei post sui diversi social network. con questi numeri:
- Twitter: da 2000 dollari per un tweet sponsorizzato, postato da utenti fino a 500mila follower a un massimo di 60mila per chi ha più di 7 milioni di follower.
- Instagram e Snapchat: tra 5mila dollari per chi ha fino a 500mila follower e 150mila per chi supera i 7 milioni.
- YouTube: con 500mila follower si guadagna oltre 12mila dollari con post, fino a 300 milioni se si raggiungono i 7 milioni.
- Facebook: a partire da 100mila follower si comincia a guadagnare discretamente, riuscendo anche a spuntare 6mila dollari rimanendo entro la soglia dei 500 k.
Per la massa degli aspiranti Fedez e Ferragni, i guadagni reali restano ancorati a poche migliaia di euro l’anno. Ma, lavorando bene, con il tempo l’essere influencer può diventare un dignitoso secondo lavoro!