Eliminare il DURC e il certificato antimafia? Non è questa la proposta del ministro Renato Brunetta, che chiarisce le sue posizioni: eliminare solo i certificati inutili e i duplicati all’interno delle Pubbliche Amministrazioni a scopo di semplificazione burocratica. Le intenzioni del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione hanno sollevato in questo caso un gran polverone, scatenando innumerevoli polemiche.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni si è subito mosso a difesa di DURC e certificazione antimafia vedendo nella proposta di Brunetta una vulnerabilità nel sistema di garanzie della legalità.
Ma c’è anche chi legge le parole di Brunetta in un’altra ottica: la proposta del ministro non è di eliminare certificati fondamentali come il Documento unico di regolarità contributiva (DURC) o quello antimafia, bensì di non doverli produrre laddove si suppone che lo Stato abbia già la certificazione in archivio. Solo in questo caso l’emissione può essere sostituita con l’autocertificazione.
Tuttavia, è altresì vero che l’autocertificazione di DURC e certificato antimafia potrebbe lasciare aperta la porta a chi è pronto ad approfittarne per scopo non leciti.
Brunetta risponde alle polemiche sul proprio blog chiarendo «il certificato antimafia è indispensabile ma è indispensabile che a procurarselo siano le pubbliche amministrazioni al loro interno, senza più vessare imprese e cittadini, trattati finora alla stregua di inesausti fattorini». In sostanza, il concetto che il ministro vuole ribadire è che DURC e certificazione antimafia non sarebbero eliminati ma le imprese sarebbero sollevate dal doverli fornire alle amministrazioni che ne sono già in possesso.
Il ministro ricorda inoltre che esiste già una legge che prevede tale procedura: «l’articolo 4, comma 13 del Decreto Sviluppo (decreto legge n. 70/2011 convertito con la legge n. 106 del 12 luglio 2011) stabilisce infatti che le stazioni appaltanti pubbliche acquisiscano d’ufficio, anche in modalità telematica, a titolo gratuito ai sensi dell’articolo 43 comma 5 del Testo Unico sulla documentazione amministrativa la prescritta documentazione antimafia».
E l’intenzione di Brunetta è di rafforzare quanto stabilito dal suddetto articolo prevedendo che nei rapporti con la PA tutti i certificati vengano completamente eliminati e sostituiti sempre dalle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla PA resteranno valide solo nei rapporti tra privati. Il ministro conclude sottolineando che la proprosta sull’acquisizione d’ufficio del certificazione antimafia «è perfettamente in linea con le specifiche disposizioni dettate in materia dal nuovo codice antimafia».