Non si placano le polemiche intorno al SISTRI. Dopo il recente salvataggio del sistema informatico per la tracciabiltà dei rifiuti attuato per mezzo della manovra finanziaria (con sistri proroga al 2012), arriva ora la replica di Rete Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti) al ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo: «sono le inutili e costose complicazioni burocratiche a frenare l’avvio del SISTRI, non l’allergia ai controlli».
Il Ministro aveva infatti parlato di SISTRI affermando che «in Italia c’è una sorta di allergia ai controlli e questo sarebbe il motivo per il quale il sistema non è decollato.
«Non dico che si è voluto sabotare il sistema, ma forzarlo sì: è chiaro che se uno sbaglia per 50 volte di seguito la parola chiave si va incontro a fallimenti. Ma tutti i test hanno dimostrato che il SISTRI, che è tarato per milioni di accessi, funziona», aveva incalzato il ministro, chiedendo a DigitPa di effettuare un proprio test di funzionamento.
Ma Rete Imprese Italia ribadisce con forza che «invece sono ben altri i veri motivi che hanno ostacolato l’attuazione del SISTRI: procedure complicate e costose, problemi e ritardi nella distribuzione dei dispositivi USB e nell’installazione delle black box, malfunzionamenti dovuti a difetti strutturali nell’hardware e nel software, continui correttivi legislativi e procedurali».
Ad essere sotto accusa non è l’obiettivo, peraltro condiviso, di combattere le eco-mafie, «ma bisogna riuscire a farlo con modalità semplici in capo alle imprese per garantire una gestione efficiente e poco costosa ed efficaci risultati».