Depositata ieri, presso l’ufficio centrale elettorale della Cassazione, la proposta di legge di iniziativa popolare sulla “territorializzazione dei ministeri e delle altre amministrazioni centrali” da parte del Ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. La raccolta delle firme partirà da Pontida il 19 giugno. Avviata dunque la procedura per spostare alcuni Ministeri al Nord.
Se verrà raccolto il consenso di almeno 50mila elettori il progetto verrà sottoposto al Parlamento come previsto dalla Costituzione italiana, che permette al popolo di esercitare l’iniziativa delle leggi.
Cosa cambierebbe per lavoratori e imprese? In una nota congiunta, Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma e il Roma e Lazio hanno espresso parere contrario: per i sindacati, l’Italia ha bisogno di creare lavoro e di sviluppo per tutti, non di trasferirli da una parte all’altra. E ci si interroga anche sui costi e i tempi di una tale operazione.
Le imprese del Nord non sembrano parimenti entusiate: tra gli interventi spontanei lasciati a Radio Padania, in molti hanno espresso il medesimo concetto: «pensare a cose più concrete come gli incentivi per le aziende».
L’idea lanciata dalla Lega, in occasione della campagna elettorale per le amministrative, è stata accolta con poco calore anche dalla maggioranza, anche se Silvio Berlusconi se si è dimostrato favorevole a spostare da Roma alcuni “dipartimenti” o “uffici di rappresentanza” dei ministeri.
Per il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, far passare la proposta per via amministrativa, senza voti parlamentari, è inaccettabile». Per questo, Roma sarà promotrice di una iniziativa trasversale che la blocchi.
La governatrice del Lazio, Renata Polverini, similmente, ritiene il blitz in Cassazione di Calderoli «un affronto alla Capitale. Questa ostinazione alimenta solo divisioni nel Paese e distrae l’attenzione da questioni più urgenti e serie per i cittadini che devono essere affrontate. Come se non bastasse, la proposta va anche contro il Federalismo, una riforma per cui proprio la Lega si è battuta e che oggi, a quanto pare, vuole ridurre al mero trasferimento di uffici ministeriali da Roma al Nord».