Due giorni decisivi per l’ultimo caos relativo all’imposta comunale sugli immobili, quello sull’IMU terreni montani: in attesa della pronuncia decisiva del TAR del Lazio sulla sospensiva (prevista per il 21 gennaio), il Consiglio dei Ministri del 20 gennaio potrebbe correre ai ripari cambiando in extremis la norma. Il tutto, a pochi giorni dal 26 gennaio, che al momento resta la scadenza per pagare l’IMU sui terreni agricoli montani. Ripercorriamo brevemente la vicenda in vista di questi appuntamenti.
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Proroga IMU terreni montani
Il decreto attualmente in vigore è il Dl 185/2014, che ha fatto slittare al 26 gennaio il termine, precedentemente fissato al 16 dicembre 2014 (insieme al saldo IMU e TASI), per il pagamento dell’imposta sui terreni agricoli montani in base alle nuove regole. Queste ultime, erano a loro volta arrivate a ridosso della scadenza di pagamento (con decreto interministeriale del 28 novembre 2014, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre). La norma elimina la precedente esenzione, prevedendo il pagamento dell’IMU per tutti i terreni ubicati nei Comuni sopra i 600 metri, oppure sopra i 281 metri se posseduti da agricoltori diretti o imprenditori agricoli professionali.
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Tale norma ha tuttavia scatenato proteste da parte dei sindaci e delle Associazioni di categoria, non solo per le tempistiche (al solito, poco rispettose dello Statuto del Contribuente che impedirebbe di cambiare norme fiscali per l’anno in corso), ma anche per le difficoltà interpretative e per l’iniquità di una regola che prende in considerazione l’altitudine del municipio e non quella effettiva del terreno.
Sospensiva del TAR
È proprio questo uno dei motivi per cui il TAR del Lazio ha accolto un ricorso, presentato dall’ANCI (Associazione Comuni d’Italia) di quattro Regioni (Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto), decidendo una sospensiva della tassa. Mercoledì 21 gennaio è fissata l’udienza collegiale del TAR per confermare o meno questa sospensiva.
Modifiche alla norma
Nel frattempo, il Governo riflette sull’opportunità di correre ai ripari, cambiando per l’ennesima volta la norma e non si esclude che la decisione possa arrivare martedì 20 gennaio. L’ipotesi a cui si lavora prevede un diverso criterio: non più l’altitudine, ma la classificazione sintetica ISTAT dei Comuni: in pratica, i “Comuni montani” resterebbero esenti, in quelli “parzialmente montani” sarebbero esenti solo coltivatori diretti e agricoltori professionali e, infine, nei “Comuni non montani” pagherebbero tutti.