La messa in opera della delega fiscale è rimandata a fine dicembre 2015, probabilmente in un emendamento al decreto legge “Milleproroghe” (192/2014) all’esame della Camera, delle Commissioni bilancio e affari costituzionali. Sarà così definita la sorte di oltre 30 decreti attuativi, compreso il decreto sulla certezza del diritto, ovvero la cosiddetta norma “salva-Berlusconi” che ha scosso l’opinione pubblica nei giorni scorsi.
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Su questa è intervenuto lo stesso Renzi, che ha voluto spegnere le polemiche ribadendo che
«Sulla questione del fisco voglio essere di una chiarezza esemplare e cristallina: la “manina” è la mia. La ritengo una normativa che non ha niente a che vedere con leggi ad personam. Quello che va modificato si modifica ma nell’interesse degli italiani».
Slitta quindi la data prevista di marzo 2015, così come per la maggior parte degli oltre 30 decreti legislativi che dovevano essere approvati ed attuati entro il primo trimestre. Di questi solo il 175/2014, sulle semplificazioni fiscali, è riuscito a completare l’iter, mentre alcuni altri risultano approvati definitivamente, ma ancora non presenti nelle pubblicazioni della Gazzetta Ufficiale. Ad esempio si attende la pubblicazione del decreto relativo alla riforma delle accise e quello sulle commissioni censuarie.
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Altri sono in alto mare, come per esempio, il provvedimento sulla giustizia tributaria, quello sulla nuova imposta sul reddito imprenditoriale (IRI), quello sugli algoritmi delle rendite catastali e altre misure di semplificazioni. In molti pensano che il decreto legislativo sulla certezza del diritto abbia rappresentato la causa scatenante di tali ritardi, anche considerato il peso mediatico e politico. Il premier, dopo un incontro con il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, ha voluto un riesame nel Consiglio dei Ministri del 20 febbraio non solo di quest’ultimo decreto legislativo ma di tutti i decreti delegati pronti.