La sanatoria sulle violazioni alla proprietà industriale – prevista dal nuovo Decreto Sviluppo (Articolo 8, comma 10) – indigna le imprese italiane del mondo del Design, che contestano la cancellazione delle tutele sul Diritto d’Autore per le opere antecedenti il 19 aprile 2001, ossia quei prodotti fabbricati o commercializzati perchè diventati di pubblico dominio, per la scadenza degli effetti della registrazione.
Dunque, tali prodotti (copie), «realizzati in conformità con le opere del disegno industriale allora divenute di pubblico dominio a seguito della scadenza degli effetti della registrazione, non rispondono della violazione del diritto d’autore compiuta proseguendo questa attività anche dopo tale data, limitatamente ai prodotti da essi fabbricati o acquistati prima del 19 aprile 2001 e a quelli da essi fabbricati nei cinque anni successivi a tale data e purché detta attività si sia mantenuta nei limiti anche quantitativi del preuso».
Questo quanto è previsto dalla norma del Dl Sviluppo che, per le aziende del Design italiano, è un duro colpo al Made in Italy. Così ora le imprese del Design stanno studiando mosse legali e si appellano al principio di incostituzionalità, ritenendo che la sanatoria per chi copia violi la Convenzione di Berna. L’appello è di eliminare la norma in fase di conversione del decreto legge in Parlamento.
La questione era precedentemente regolamentata dall’articolo 239 del decreto legislativo 10 febbraio 2005 n. 30, che ora viene sostituito con una sorta di marcia indietro anche nei confronti della nuova versione della legge di riforma del diritto della proprietà industriale varata nell’agosto scorso (mossa che aveva finalmente adeguato l’Italia alla direttiva Ue del 1998).
«È difficile comprendere come il Ministero per lo Sviluppo Economico organizzi a fine aprile la giornata mondiale della proprietà intellettuale e dopo pochi giorni faccia passare una norma che protegge chi copia a danno di chi legittimamente ha creato l’opera o ne ha acquisito i diritti d’autore» ha dichiarato il vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione, Paolo Zegna. Critica anche la posizione di FederlegnoArredo e Indicam, impegnate da sempre che per la tutela della creatività e nella lotta contro la contraffazione.