Riflettori puntati sul capitolo Pensioni nei passaggi decisivi della Legge di Stabilità 2015, con la discussione delle modifiche in commissione Bilancio al Senato dall’11 dicembre: secondo il programma, la manovra approda in aula a Palazzo Madama entro il 16 dicembre, con via libera definitivo entro Natale, dopo essere tornata in terza lettura alla Camera (cosa certa, vista la pioggia di emendamenti).
=> Legge di Stabilità 2015: il testo attuale
Misure da definire
Più concreto il quadro degli emendamenti relativi alla novità in tema di pensione anticipata: riguardo alla eliminazione delle penalizzazioni previste dalla Riforma Fornero sono state presentate ulteriori richieste di modifica, che tuttavia sembrano di improbabile approvazione ma su cui non ci sono ancora certezze. Secondo le ipotesi che circolano è possibile che tutto resti come previsto dopo il passaggio alla Camera, ma il dibattito è comunque aperto.
=> Pensione anticipata senza tagli con contribuzione piena
Pensioni 2015: gli emendamenti
- tetto al reddito pensionistico per ritirarsi prima dei 62 anni con requisito contributivo pieno: a chi matura un assegno superiore a 3.500 euro lordi mensili (circa 2400 netti), continuerebbero ad applicarsi le riduzione dell’1% per ogni anno di prepensionamento rispetto ai 62 anni di età e del 2% per ogni anno prima dei 60 anni.
- divieto di cumulo della pensione con altri redditi per coloro che maturano assegni superiori ai 3.500 euro, hanno pensioni liquidate con il sistema retributivo o misto ed hanno meno di 66 anni nel 2015. Questi lavoratori, per andare in pensione anticipata cumulando l’assegno con altri redditi, dovrebbero versare un contributo di solidarietà annuo pari al 20% per ogni anno di cumulo.
=> Pensioni: tutte le modifiche e novità in arrivo dal 2015
Misure rinviate
Secondo le indiscrezioni, infine, è quasi certo il rinvio della norma sulla nuova Local Tax che dovrà sostituire dal 2015 (accorpando) IMU, TARI e TASI – dovrebbe trovare posto ma in un successivo provvedimento ad hoc – ed anche la Riforma del Canone RAI, che dovrebbe “migrare” in bolletta elettrica legato al contratto di fornitura, ma su cui ancora la partita sembra aperta pur se con previsione di una soluzione in tempi assai brevi.