Statuto imprese e fondo Pmi senza modifiche: tutti d’accordo

di Noemi Ricci

Pubblicato 5 Maggio 2011
Aggiornato 8 Novembre 2011 11:32

Tutti favorevoli allo rapida approvazione dello Statuto delle imprese in audizione al Senato: no invece a modifiche al Fondo di garanzia per Pmi.

Statuto delle imprese: dopo l’approvazione alla Camera, si è passati al Senato, dove si stanno svolgendo le audizioni in Commissione Industria. La richiesta delle aziende è unanime: rapida approvazione senza snaturare il fondo di garanzia per le Pmi.

Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia, ha sottolineato l’importanza di introdurre subito i principi dello Small Business Act nella legislazione nazionale, «individuando norme, alcune delle quali immediatamente applicabili, che consentiranno, in un Paese come l’Italia che vanta la più alta densità europea di Pmi, di porre queste ultime al centro dell’iniziativa politica e delle strategie di sviluppo».

Una normativa che «il principio di libertà economica espresso dalla Costituzione e contribuisce a liberare l’impresa dai lacci delle burocrazia sia con lo stimolo alla semplificazione, sia con il ricorso strutturale alla sussidiarietà orizzontale».

Contrari, invece, a modifiche radicali del Fondo di garanzia per le Pmi: si rischierebbe di «annullarne l’efficacia». Non facciamo deragliare un treno in corsa: negli ultimi due anni il volume dei prestiti garantiti dal Fondo centrale di garanzia per le Pmi è cresciuto in misura molto rilevante evidenziando una funzione anticiclica a sostegno dell’economia reale».

Un monito: «il Fondo non deve essere utilizzato come strumento settoriale di politica industriale, favorendo solo alcuni settori e tipologie di imprese a scapito di altre. Così come non va depotenziato il canale di controgaranzia prestato ai Confidi che, al contrario andrebbe rafforzato, ad esempio, elevando la riserva per le operazioni dal 30 al 50%». Parere negativo anche per l’innalzamento dell’importo garantito a ciascuna impresa sopra 1,5 milioni di euro, per non rischiare che vengano favorite solo le grandi operazioni. Sì invece, per rimanere in ottica Pmi, all’abbassamento a 1 milione di euro.

Presente all’audizione in Senato anche Confapi, che si aggiunge ai sostenitori dello Statuto delle Imprese e della sua rapida approvazione in più, per voce del Vice Presidente Nello Lentini, ha proposto alcune modifiche al testo del disegno di legge per migliorarlo e renderlo ancora più rispondente alle aspettative delle Pmi.

«Lo Statuto delle imprese offrirà certamente alle Pmi uno spazio di crescita che il mondo associativo saprà cogliere in tutti i diversi e articolati ambiti di operatività che sono previsti dalla normativa, innovativa per il nostro Paese, svolgendo appieno il ruolo di rappresentanza degli interessi dell’impresa e del mondo economico e produttivo di cui è espressione».

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