A dimostrazione dell’elevato numero di imprese italiane che verranno penalizzate dal nuovo brevetto unico europeo – che prevede il trilinguismo inglese-francese-tedesco e in discussione oggi a Bruxelles – l’Osservatorio brevetti e marchi di Unioncamere ha pubblicato i numeri del “genio italico”: oltre 40mila domande italiane di brevetto europeo depositate in 11 anni. L’Italia è al sesto posto per numero di richieste di brevetto presentate all’EPO (European Patent Office), con il 3,3% del totale delle domande presentate tra i Paesi del G7. Fanno meglio solo Usa, Germania, Giappone, Francia, Gran Bretagna e Canada).
In Italia il maggior apporto al numero di brevetti arriva dalle imprese (86,3% del totale made in Italy). Il resto proviene da Inventori persone fisiche (10,0%), Centri di ricerca e Università (2,3%) e richiedenti non italiani (1,4%).
Il Nord è il principale motore in Italia, con l’81,4% delle domande pubblicate dall’EPO. Il 49,5% arriva dal Nord-Ovest (soprattutto dalla Lombardia), il 31,9% dal Nord-Est (in particolare da Emilia Romagna e Veneto), dal Centro il 13,2% e quindi il 4,0% dal Mezzogiorno. Al Sud va riconosciuta però la più consistente variazione percentuale media annua: +6,5% per il Sud e Isole.
Tra le province la più creativa risulta Milano sia per la percentuale di richieste (25,9%) che per numero di imprese brevettanti (1.677), seguono Torino (8,7% dei brevetti, 613 imprese brevettanti) e Bologna (7,1% dei brevetti e 479 imprese brevettanti).
Nel deposito di marchi depositati presso l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI) l’Italia si colloca al quarto posto tra i Paesi del G7 con una quota del 8,5% e 52.532 domande presentate. Su questo fronte vince il Nord-Ovest (41,6%) seguito da Nord-Est (33,5%), Centro (17,7%) e Sud e Isole (7,0%).
A richiedere sopra a tutti il marchio comunitario sono ancora le imprese, con una percentuale del 90,3%, a distanza arrivano le persone fisiche (8,0%) e Associazioni, Enti pubblici e privati, Fondazioni, Università (1,6%).
Il numero di domande di design comunitario depositate dall’Italia sono 56.123 per una crescita annua del +9,7% ed una percentuale di domande presentate tra i Paesi del G7 del 14,7%, che ci colloca al secondo posto dietro la Germania.
A richiedere maggiore tutela sono sempre le imprese del Nord con il 76,9% delle domande di design comunitario, di cui il 42,4% viene dal Nord-Est, il 34,5% dal Nord-Ovest, dal Centro arriva il 18,1% delle domande e dal Sud e le Isole il 4,9%.
Il “genio italico” manifesta una crescita annua del 4,1%, con un’incidenza sulla popolazione di oltre 70 domande di brevetto ogni mille abitanti e, sul PIL, di 2,4% per ogni miliardo di euro di prodotto interno loro. Tra il 1999 e il 2009 l’EPO ha pubblicato 1.246.233 domande di brevetto, delle quali l’80% presentate dai Paesi del G7, mentre per quelli BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) la quota è dell’1%.
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