Mercoledì 16 maggio sarà approvata dalla Commissione europea, durante la riunione settimanale, una proposta di direttiva del vicepresidente alla Giustizia, Libertà e Sicurezza, Franco Frattini, in merito allo sfruttamento dei lavoratori clandestini.
Il provvedimento, basato sull’articolo 63 dei Trattati Ue, proporrà per aziende e privati sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, ricorso al codice penale, se saranno impiegati cittadini extracomunitari “in nero”.
In particolare, è previsto l’obbligo per il datore di lavoro di verificare che il permesso di soggiorno dell’immigrato in via di assunzione sia in regola. Nel caso in cui un’azienda assuma un extracomunitario senza permesso di soggiorno, scatteranno una serie di sanzioni a partire dal pagamento di una multa e dei costi per il rimpatrio dell’immigrato.
Per l’impresa è prevista, inoltre, l’esclusione dagli appalti pubblici, nazionali e Ue, per i successivi cinque anni.
In quattro casi è previsto il ricorso a sanzioni penali:
- infrazioni ripetute, ossia almeno tre assunti irregolari in due anni;
- impiego di un numero significativo di clandestini;
- sfruttamento del lavoratore;
- consapevolezza che l’immigrato è stato vittima di trafficanti di essere umani.
La nuova direttiva prevede, infine, la possibilità per l’immigrato di denunciare il proprio datore di lavoro.