Come previsto, il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo meccanismo per il brevetto unico europeo, che di fatto penalizza le imprese italiane e spagnole a causa dei maggiori costi previsti per adeguarsi al trilinguismo.
Grazie alla procedura di cooperazione rafforzata – proposta approvabile senza accordo unanime – il brevetto europeo premierà inglese, francese e tedesco.
Le aziende italiane dovranno fare i conti con le ripercussioni di questa decisione, se dovesse concludersi con l’attuazione definitiva: il costo più evidente sarebbe quello legato alla traduzione dei testi, che ricadrebbe sulle aziende stesse, peggiorando di fatto lo scenario attuale.
Di certo, la vicenda rappresenta anche una sconfitta per la diplomazia italiana che spingeva per un sistema a cinque lingue – italiano compreso – o alternativa per il monolinguismo inglese.
La vittoria è stata comunque schiacciante, con 471 voti a favore, 160 contrari e 42 astensioni, evidenziando la sostanziale approvazione di tutti i paesi UE, ad eccezione di Italia e Spagna.
Per la prima volta si è ricorsi alla formula che consente di aggirare il voto unanime previsto dal Trattato di Lisbona, ma che tuttavia consente agli Italiani di sperare nella valutazione dei Ministri della Competitività (prevista per il 9-10 marzo) e nell’esito del parere richiesto dal Consiglio alla Corte Europea di Giustizia sulla compatibilità dell’accordo di cooperazione rafforzata (in calendario per il prossimo 8 marzo).
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