Niente abolizione SISTRI come chiedono le imprese ma un cambiamento delle norme improntato alla semplificazione: potrebbe già arrivare con la conversione in legge del Dl Competitività secondo Silvia Velo, sottosegretario all’Ambiente, in risposta alle interrogazioni alla Camera sul controverso sistema di tracciabilità dei rifiuti. L’iter di conversione del Dl 91/2014, attualmente al Senato, può essere:
«occasione per ulteriori miglioramenti del sistema, soprattutto con riferimento alle esigenze di maggiore facilità nell’utilizzo da parte degli utenti».
Niente abolizione SISTRI
Ma l’ipotesi «di azzerare radicalmente il SISTRI», ha proseguito il sottosegretario, è una soluzione non «esente da rilevanti problematiche, perché sulla base del contratto l’Amministrazione dovrebbe sostenere gli oneri economici delle spese sostenute per realizzare il sistema». E comunque, «con l’azzeramento del SISTRI, in assenza di una alternativa da subito operante, verrebbe comunque meno un efficace strumento di controllo e prevenzione nei confronti delle ecomafie». Silvia Velo definisce «irrinunciabile» per lo Stato dotarsi «di un sistema di tracciamento rifiuti informatico moderno, efficiente, efficace e meno eludibile di quello cartaceo», con l’obiettivo di «collaborare con le imprese al fine di porre l’Italia al passo con i più evoluti Paesi europei».
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Reazioni
La risposta del sottosegretario ha provocato reazioni critiche in Aula e non solo. Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, ribadisce «la forte contrarietà verso un sistema costoso, non funzionante e, come era nella fase iniziale, non applicabile ai vettori esteri». Condividendo che la tracciabilità delle merci è «una scelta irreversibile», conferma «la disponibilità a collaborare purché l’obiettivo sia quello di avere uno strumento che funzioni, si applichi a tutti e che non sia oneroso per la categoria». Nei giorni scorsi il vicepresidente alle Politiche Regionali e alla Semplificazione di Confindustria, Gaetano Maccaferri, si era espresso a favore dell’abolizione del SISTRI, ripartendo da zero ed elaborando «un sistema davvero fruibile dalle imprese e, soprattutto, funzionale all’obiettivo, cioè seguire i movimenti dei rifiuti pericolosi».