Polemica sulla proposta di sanatoria fiscale volto a favorire il rientro dei capitali detenuti illegalmente all’estero (voluntary disclosure). Il testo della norma in discussione in commissione Finanze alla Camera prevede infatti una sorta di scudo fiscale molto più soft rispetto a quello previsto nei mesi scorsi dal Dl 4/2014 (da cui poi la voluntary disclosure è stata stralciata): in sintesi, si prevede la cancellazione o riduzione delle sanzioni per chi rimpatria capitali e l’eliminazione delle eventuali misure penali.
=> La prima bozza di voluntary disclosure
C’è anche una norma pensata per le imprese, a cui vengono riconosciute deduzioni fiscali nel caso in cui investano in azienda capitali rimpatriati.
Polemiche
Nel frattempo, le imprese protestano. Il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, definisce la misura «un sostanziale condono fiscale», che rischia di trasformarsi in «una sanatoria soprattutto per l’evasione interna e per il denaro contante non dichiarato». Non solo:
«una manovra di questo tipo si tradurrebbe in un enorme regalo alla criminalità organizzata che avrebbe l’occasione di ripulire in un colpo solo enormi quantità di denaro, frutto di attività illegali». Quindi: la legge «è sbagliata e va ripensata immediatamente».
Secondo il Centro studi di Unimpresa, le organizzazioni criminali fanno muovere un fatturato che si aggira intorno ai 170-180 miliardi di euro, con un utile che supera i 100 miliardi al netto degli investimenti e degli accantonamenti. La criminalità organizzata, quanto a dimensioni del giro d’affari, è la prima azienda italiana, con tutti i rischi che questo comporta in termini di condizionamento del mercato. Altre cifre: le organizzazioni criminali hanno una liquidità di 65 miliardi di euro, che in gran parte viene investita in economia legale, solo il ramo commerciale di questa enorme attività rappresenta quasi il 10% del Pil nazionale, mentre supera quello di Estonia, Slovenia, Croazia, Romania. Secondo Unimpresa, «i ricavi di cui dispone la criminalità organizzata vanno ad alimentare un mercato parallelo a quello legale, addirittura maggiore di quello che tiene in piedi il nostro paese».
Iter sanatoria
I tempi sono ancora incerti: la legge è ancora in commissione alla Camera, deve poi andare in aula e quindi passare in seconda lettura al Senato. Il tentativo è quello di ultimare almeno il passaggio a Montecitorio prima della pausa estiva.