Business Software Alliance (BSA) ha comunicato i dati relativi alle attività di enforcement civile e penale legate a reati contro la proprietà intellettuale nel campo del software commerciale, relativi al primo semestre del 2010. Si riscontra un notevole aumento del costo sostenuto dalle imprese scoperte ad utilizzare software illegale: dal 2009 al 2010, i risarcimenti per danni sono aumentati del 245,3%, del 2.293% gli acquisti di software legale in luogo di quello pirata.
Fermo restando l’elevato tasso d’illegalità nel nostro Paese (49% secondo gli ultimi dati IDC), le azioni investigative delle Guardia di Finanza hanno portato a sanzioni amministrative per oltre 2 milioni di euro. Oggetto di quest’ultime non solo i piccoli studi e le piccole attività ma anche aziende di medie e grandi dimensioni. Nel dettaglio, il controvalore economico dei software utilizzati senza regolare licenza è stato pari a quasi 600.000 euro e nel 2010 sono stati pagati quasi 300.000 euro per il risarcimento dei danni oltre ad altri 320.000 euro per l’acquisto di nuove licenze.
Si tratta di cifre decisamente imponenti e che mostrano un aumento del 460,4% dei costi complessivi della pirateria per le aziende scoperte ad utilizzare software illegale, dovuto in gran parte alle modifiche in tema di responsabilità penale e amministrativa introdotte nel D.lgs. 231/2000.
Secondo Matteo Mille, Presidente di BSA Italia, i dati riscontrati avrebbero un duplice significato: «da un lato dimostrano che il Decreto convertito in legge lo scorso anno sta avendo una positiva rilevanza sui comportamenti delle aziende del nostro Paese in termini di valutazione del rischio di sanzioni anche penali in caso di procedimenti legali sfavorevoli per l’organizzazione. Dall’altro proprio l’impennata nei risarcimenti e nelle cosiddette legalizzazioni ci evidenzia come il fenomeno della pirateria software continui ad avere nel nostro sistema proporzioni epidemiche e quanto alta sia la probabilità di trovare prodotti illegalmente utilizzati in aziende di ogni dimensione (anche le più grandi), di ogni settore merceologico e di ogni livello di informatizzazione dell’attività».