Due settimane retribuite al 100%: questo è il diritto minimo che potranno esercitare anche i dipendenti maschi in caso di paternità. Un obbligo che viene imposto dal Parlamento europeo e a cui anche l’Italia dovrà adeguarsi, mettendosi in linea con gli altri Paesi membri. In più, si prevede che la normativa venga estesa anche alle coppie conviventi.
Il Parlamento Europeo ha introdotto anche altre importanti modifiche alla legislazione comunitaria in materia di congedo di maternità minimo per le madri lavoratrici: 20 settimane (invece di 14) retribuite al 100% dello stipendio, oltre al congedo di paternità obbligatorio di due settimane.
Per l’Italia la novità è rappresentata solo da questa seconda norma, in quanto per le donne siamo tra i pochi paesi a garantire cinque mesi di “obbligatoria”. Ora, tuttavia, viene riconosciuto anche ai padri un ruolo di cruciale importanza nell’ambito familiare, soprattutto nei primi giorni di vita del neonato.
La UE ha ribadito anche: divieto di licenziamento delle donne fino al sesto mese di congedo dopo la gravidanza; reintegro lavorativo dopo il parto con la mansione identica o equivalente, mantenendo retribuzione, categoria professionale e responsabilità precedenti alla gravidanza.
Attualmente, la normativa sui congedi parentali in Italia prevede 5 mesi obbligatori di congedo all’80% dello stipendio; in Svezia 11 settimane, le prime 2 retribuite pienamente, le rimanenti all’80%; in Norvegia 8 settimane al 75%; in Spagna 15 giorni al 100% (estesi a 1 mese entro il 2012); in Regno Unito 2 settimane al 25%; Austria, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo hanno congedi molto brevi ma pienamente retribuiti.