È entrato in vigore in questi giorni il provvedimento pubblicato dalla Banca d’Italia, con gli indicatori di anomalia per gli intermediari, in sostituzione del “decalogo-ter” del 2001.
Tra le novità la suddivisione delle ipotesi di anomalie in ventotto tipologie, che possono sottendere fatti di riciclaggio, a loro volta organizzati in “sub-indici”.
Un’organizzazione studiata per renderne più agevole la consultazione da parte degli operatori interessati, ovvero coloro che sono obbligati alla segnalazione di operazioni sospette, come previsto dal decreto n. 231/2007, ad eccezione dei liberi professionisti già interessati dal decreto del ministro della Giustizia del 16 aprile 2010.
In più, in base ad uno studio effettuato dall’Unità di informazione finanziaria (UIF) sull’evoluzione delle segnalazioni pervenute negli ultimi anni anni, sono stati creati alcuni indicatori, mentre altri sono stati attualizzati.
È tuttavia necessario sottolineare che i comportamenti descritti nel provvedimento non sono esaustivi della casistica, ma vanno considerati solo a livello esemplificativo e che la segnalazione anche nel caso in cui la comunicazione debba avvenire anche da parte di altri soggetti e anche se si è denunciato il reato sottostante.