Matteo Renzi lo ha anticipato alle Camere – «il primo impegno è lo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione» (vai al discorso completo) – e lo ha subito confermato (in un’intervista a Ballarò): il Governo liberera subito 60 miliardi in 15 giorni per saldare i debiti della PA con le imprese. Un effetto shock assicurato, visto che il problema si trascina da tempo, con soluzioni affidate a misure applicate con il contagocce. Come riuscirà il nuovo governo in sole due settimane là dove i precedenti hanno fallito per anni? Renzi parla di due emendamenti già pronti, per consentire alla Cassa Depositi e Presiti di intervenire, con un meccanismo che il nuovo Ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, definisce da perfezionare”.
Anticipo bancario
L’ipotesi che inizia a farsi strada è contenuta in una proposta del presidente CdP, Franco Bassanini, avanzata la scorsa estate ma poi non decollata: sono le banche a pagare le aziende, con la garanzia della CdP, previa certificazione del credito. In pratica: le imprese prendono i soldi subito, le PA diventano debitrici della banche (e non più delle aziende) e con queste stilano un piano di rientro a medio-lungo termine (es.: 5-9 anni), con eventuale ristrutturazione del debito se la PA non riesce a saldare nei tempi. In tutto questo, le aziende potrebbero scegliersi la banca che offre le condizioni migliori.
Misura a costo zero
Bassanini a Porta a Porta ha spiegato il meccanismo ammettendo che la soluzione è percorribile e non metterebbe a rischio i conti pubblici (non comporta sforamento deficit-PIL) perché si tratta di garanzia su debiti già contabilizzati. Esiste già uno strumento legislativo, il comma 12-ter, articolo 11 del Dl 76/2013, in base al quale «i debiti di parte corrente della pubblica amministrazioni», certificati secondo le disposizioni del Dl 35/2013, «sono assistiti dalla garanzia dello Stato» ma non è mai stato applicato, per una serie di rilievi tecnici. Staremo a vedere: se l’Esecutivo riuscirà a passare ai fatti, nelle casse delle imprese arriverebbero, nel giro di qualche mese, 60 miliardi di euro. Un bel cambio di passo se si tiene conto che, secondo i dati del Ministero, al fine 2013 erano stati stanziati 27 miliardi di rimborsi di cui 24,5 versati. Gli altri 20 riservati per il 2014 sembrano destinati a triplicare.